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ATTIVITÀ EDILIZIA M TORINO

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Noi, che desideriamo esaminare la situazione

con un discreto ottimismo, riteniamo necessarie,

ma ancora sufficienti

0.9

camere per persona.

Gm tale assegnazione, all’epoca del censimento

del

1931

a Torino mancavano

12.021

camere. Dal­

l'epoca di quel censimento al i° gennaio

1941

la

popolazione è aumentata di

112.946

abitanti:

(ossia in meno di un decennio è cresciuta di un

quinto circa). Per un calcolo di grande massima

possiamo ritenere che l’incremento medio annuo

sia dato dalla media aritmetica degli incrementi

annuali e cioè di

12.000

abitanti all’anno.

In tale periodo, da indagini eseguite, mi risulta

che l’incremento delle camere (cioè la differenza

tra le nuove camere dichiarate abitabili e quelle

demolite) possa essere valutato a

79.000

unità, con

una media di

8.150

stanze aH’arno. Si ha quindi un

disavanzo al i° gennaio

1941

di

34

700

camere.

Per le gravi difficoltà di approvvigionamento

dei materiali da costruzione, è noto che nell’anno

corrente le costruzioni soffrono di un considere­

vole ristagno, e poiché le case non si improvvisano,

ritengo che. prima che delle nuove camere vengano

dichiarate abitabili con ritmo normale, occorrerà

che passi almeno tutto il

1942

. In questo biennio

ritengo più che ottimistico il calcolare un incre-

; mento di

8.000

nuove camere, e, sempre agli

j effetti ottimistici del nostro calcolo, un incremento

della popolazione sensibilmente inferiore al medio,

di complessivi

20.000

abitanti. Con ciò il fabbi­

sogno edilizio al

31

dicembre

1942

cresce ad

almeno

44.700

nuove camere.

Ritenendo che dopo tale periodo la ripresa delle

nuove costruzioni possa essere di

16.387

camere

all’anno (ossia più che doppia della media del

periodo

1931

-

1940

), occorreranno

8

anni per

sopperire all’intero fabbisogno, nella supposi­

zione che, non intervenendo alcun fatto nuovo

a variare l’incremento della popolazione, la città

continui a crescere di

12.000

abitanti all’anno.

Si dovrà quindi arrivare all’anno

1950

per raggiun­

gere l’equilibrio tra popolazione ed edilizia, con

la costruzione di almeno

131.100

camere.

Si può obbiettare che tale periodo potrebbe

essere accorciato, intensificando maggiormente lo

sforzo delle nuove costruzioni. Ciò non è ritenuto

opportuno perchè l’esperienza del passato dopo­

guerra insegna che un’eccessiva attività edilizia

crea uno squilibrio nell’approvvigionamento e nei

relativi prezzi sia della mano d’opera sia dei mate­

riali, che si risolve più in un danno che in un

vantaggio per il complesso della situazione: l’ecces­

sivo costo di costruzione frenerà la fabbricazione;

una eccessiva mano d’opera addetta all’ediliz'a

per un periodo relativamente breve, potrebbe

essere pericolosa e aumentare ancora di più l’im­

migrazione.

Riassumendo, per gli

825.000

Torinesi previsti

per il

31

dicembre

1950

occorreranno in cifra

tonda almeno

131.100

nuove camere ossia si dovrà

aumentare di un quarto l’attuale numero delle

abitazioni di Torino. Per proseguire più agevol­

mente nei nostri calcoli sarà opportuno passare

dalla cifra delle nuove camere d’abitazione alia