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stemmi dei feudatari Vagnone, a bande verdi

e bianche col sottostante motto

Eudurer

che

si legge ancora benissimo. Altri due stemmi

furono distrutti recentemente per l’apertura

di finestre. Il primo piano presenta tre fine­

stre con due balconi moderni. Nella scar­

pata del pianterreno, vicino alla torre, si

apre una porticina per la quale, mediante ra­

pida scaletta, si ascende al cortile; è ciò che

rimane di un’antica postierla o porta di soc­

corso. L ’ altezza del fabbricato è di circa 12

metri, rinforzato da cinque robusti barbacani

o speroni in laterìzio di epoca più o meno

moderna; il tutto orrìbilmente dipinto a bu­

gnato; l’ aspetto ne è veramente ultra bor­

ghese ma da quelle finestre e da quei balconi

quale meraviglioso e vasto prospetto sulla

chiostra delle alpi e sulla pianura piemontese

popolata di castelli e di ville!

Il livello del giardino si trova a circa m. 2,50

sotto il piano di fondazione della fabbrica;

esso presenta ancora le tracce del disegno

all’italiana con un ultracentenario olivo i evi

frutti però non vengono a maturazione; benché

sia noto che durante il Medioevo l’olivo era

coltivato sulla collina torinese, In san «com­

parsa proverebbe forse il raffreddamento del

clima subalpino. A destra si innalza la tozza

torre rotonda coperta da tetto di tegole; la

merlatura è quasi totalmente scomparsa ma

sotto di essa rimangono le caditoie o piomba­

toie (fig. 3) modernamente rimaneggiate ed

intonacate; tra i merli si vedono ancora le

tracce di varii stemmi tra cui quello della du­

chessa Jolanda colla croce Sabauda ed i gigli di

Francia. Questa torre, primo nucleo del ca­

stello, è quella che il vescovo torinese Lan­

dolfo, al principio del Mille, rifece più alta come

è detto nel documento di cui in seguito. Essa

nel Trecento o Quattrocento, per ruina o per

adattarla alle nuove esigenze guerresche pro­

vocate dall’uso delle artiglierie, fu poi ribas­

sata e munita di caditoie, forse per opera del

Vagnone; il tipo di oneste che era già com­

parso nel secolo X I I I , n mantenne fino a

tutto il Cinquecento, coronando, nella ma­

gnifica architettura militare italiana dell’epoca,

sia le coltine che i torrioni. Ricordo, per es.,

il poderoso castello di Ostia costruito da

Baccio Ponte® (1483-1486) pel papa Giulio I L

La torre è alta órca 14 metri; nella parta

inferiore presenta una scarpata a forte pen­

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