

TORINO
’48
Molte sono le trasmissioni radiofoniche che par
tono da Torino, le musicali, principalmente, e sono
tra le più ammirate e le più invidiate, ma è quella
che
m
intitola To rino *48 che raccoglie le maggiori
simpatie tra gli ascoltatori di casa nostra. E questo
non perchè a tale trasmissione 1 torinesi siano parti
colarmente interessati, ma perchè è fatta a modo
nostro, si ragiona in essa come ragioniamo noi,
anche se si parla 111 lingua, e risponde alla nostra
mentalità.
Un allegretto moderato; un che di mezzo tra la
storia e la cronaca tra l’ironia e la satira. U11 po’ di
sentimento e uno sprazzo di comicità.
Non è venuta fuori di getto questa trasmissione,
ma è maturata attraverso una serie di esperienze.
Ebbe agli inizi il tono di una chiacchierata familiare
Gigi Michelotti
eh» di Torino '
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*
i
un po’ il padrino.
e chi teneva il bandolo del discorso, rispondendo
agli uni e agli altri, destreggiandosi tra musicisti e
poeti era lo stesso Gianduia, la nostra maschera, nella
sua più recente personificazione. La celebrazione cen
tenaria degli albori del Risorgimento indusse la Rai
a dare ad essa una torma più mossa e più varia, tacen
dola ondeggiare tra il passato e il presente; tra un pas
sato, richiamato con curiosità e con ammirazione, e
1111 presente, osservato in forma bonaria, senza ombra
di malignità, ma con qualche punzecchiatura. Non
di vespa.
Chiamati, non si sa bene per quale ispirazione,
sono venuti al microfono la Contessa De Lollis, il
Cavalle.
.zio, Monssù Muss e Madama Cìerbin,
Pasqualino e Gennariello, Tota Rosili e Toma; e ci
sono venuti, non come personaggi di una qualche
0 regista di Torino ’**.
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