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CITTÀ DI TORINO,

Carta Tecnica Comunale

, Quadranti n. 155 16 1 e 156 13 4, tavv. n. 21 e 22 (riprodotta in scala 1:25000).

PERIMETRO

Corso Bramante, fiume Po (corso Achille Mario Dogliotti), piazza Polonia, corso Spezia, attraversamento della linea ferroviaria Torino-

Genova, corso Sebastopoli, corso Unione Sovietica.

FORMAZIONE

ORIGINE E SVILUPPO

Fra Otto e Novecento, è avvenuta la formazione della borgata, già denominata

Frazione Molinette

(forse, il nome deriva da un mulino,

detto

la Molinetta

).

Nel suo processo di urbanizzazione, la zona della borgata si appoggia all’esterno dell’andamento anulare della prima cinta daziaria

(oggi, in quel tratto, corso Bramante), ed è compresa fra il fiume Po e l’asse viario storico di Stupinigi (oggi, in quel tratto, corso Unione

Sovietica); l’attuale limite di corso Spezia pare un possibile confine: l’accostamento della borgata Molinette al borgo Lingotto avviene

in modo inestricabile, a causa di una rete viaria che è stata prodotta dal piano regolatore del 1908 e dalle sue successive varianti

(un’ipotesi per il limite individuato può essere la seguente: due lati della grande area quadrangolare occupata dall’ospedale Maggiore

di San Giovanni Battista – detto Molinette – coincidono con i corsi Bramante e Spezia).

Per la borgata, esistono alcuni fatti relativi a una sorta di anomalia dei fenomeni (per la conservazione e l’innovazione), su cui può

essere utile riflettere. Il nucleo principale si dispone lungo la strada nazionale di Nizza (oggi via Nizza), che è interessata da un disposto

di piano (1887) che estende il controllo delle norme oltre cinta per i principali corsi e vie di accesso alla città; la Barriera di Nizza

(oggi piazza Carducci) è di primo ordine, quindi importante, e ha un disegno planimetrico a imbuto, secondo lo schema classico della

piazza daziaria: per consentire la sosta – prima della sdoganatura – delle merci in transito verso la città entro cinta. Oggi, la borgata

ha qualche carattere peculiare (conserva poco di tipo positivo e mostra tanto di tipo negativo): l’ex piazza daziaria ha conservato

l’impianto planimetrico, ma gli edifici costruiti lungo il suo perimetro sono stati quasi tutti demoliti e sostituiti da un’edilizia di tipo

quantitativo nel secondo dopoguerra; la forma urbana della borgata è stata, in buona parte, fagocitata dall’ospedale Molinette e da

altre attrezzature di servizio, e poche tracce ne rimangono; eppure la borgata – unico caso in sinistra di Po – è stata costruita attorno

a una barriera di primo ordine e a un importante asse stradale, e già a fine Ottocento presentava un sistema urbano di edifici, di

strade e di bealere – sia pur con una certa fragilità d’impianto –: tale sistema urbano constava di un’edilizia residenziale minuta

e di qualche fabbrica (per esempio, l’importante stearineria Lanza, che occupava parte dell’area sulla quale è stato poi localizzato

l’ospedale Molinette).