

Il limite della periferia a nord della città di Torino, è segnato, si può dire dal corso della Dora Riparia, oltre il quale
si allarga, suddivisa nelle borgate Aurora, Monte Bianco, Monte Rosa e Maddalene, l’estesa regione della barriera
di Milano
[…]
. Lo sviluppo edilizio alla Barriera di Milano è forse meno intenso dello sviluppo delle industrie.
Abate Daga, 1926, pp. 273, 276
1. La barriera di Milano intesa come casello daziario posto lungo la direttrice che dalla città esce in direzione del capoluogo lombardo
(corso Vercelli). Il tram rende bene l’idea della percezione della distanza della borgata dalla città più antica e in particolare da un’altra
borgata, quella del Pilonetto, perché recita sull’insegna “B. Milano - P. Isabella”.
2. L’imbocco di corso Palermo (di fatto asse di collegamento tra la città e la barriera dell’Abbadia di Stura) rispetto a corso Novara, con
sulla sinistra la cortina rigidamente definita da una serie di palazzi di cinque piani a prevalente destinazione per l’affitto e con negozi.
Sulla destra permane invece l’edilizia più minuta, da borgata, a soli due piani, che forma una sorta di spina tra corso Palermo e via
Monterosa e che rimane ancora oggi perfettamente riconoscibile.
3. Le case Grassi di via Scarlatti angolo via Santhià, case da reddito economiche dei primi anni del XX secolo, di significativo interesse
documentario, costruite e amministrate dall’impresa di Luigi Grassi, fotografate durante una processione religiosa nel 1935. Archivio
Oratorio Michele Rua in MuseoTorino.
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