Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Casa Gilardoni Sondrio, Cascina Seraffino

Cascina a corte chiusa di origine seicentesca localizzata di fronte al viale che conduce al Convento Madonna di Campagna. Tra i secoli XVIII e XIX ha assunto un ruolo di primaria importanza grazie alla sua collocazione ospitando, tra l’altro, diverse attività di servizio legate ai trasporti. Recentemente  l’edificio è stato oggetto di recupero e destinato a uso residenziale e a servizi.

 


VIA STRADELLA 197/M

Notizie dal: XVII Sec. (1600-1699)

Ampliamento: 1840

Ampliamento: 1860

Variazione: XX Sec. (1900-1999)
seconda metà del secolo, demolizione parziale

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L’edificio di impianto seicentesco, nella carta del Sevalle (1683) è denominato Osteria di Mastro Antonio ed è localizzato sulla Strada Antica di Druento alla convergenza con l’antica Strada della Venaria Reale (l’attuale via Stradella); nei pressi scorrevano le bealere Naviglio Nuovo e Vecchio.

Su una carta dell'assedio di Torino del 1706, lo stesso edificio, pur riportato, resta senza nome, mentre lo ritroviamo sulla Carta della topografica della caccia del 1762 con il nome di “cascina Seraffino”, Giacomo Antonio Seraffino infatti era il proprietario nel 1754. In quest’ultima carta la cascina presenta una planimetria complessa scandita da un sistema di corti chiuse.

Nel 1764, la vedova Maria Domenica Maffei si risposò con l'avvocato Giò Domenico Gilardone Sondrio a cui si deve l’attuale denominazione. Questa casa, detta anche Casa Serafino, negli anni settanta del Settecento ospita una filatura della seta, di modeste dimensioni, con 30 addetti.

Nel 1790 l’architetto Grossi lo censisce e lo rileva con pianta ad “L” e corte chiusa. Nel suo secondo volume, a proposito dei fratelli Gilardoni  Sondri dice: “possiedono inoltre i medesimi una casa civile, e un rustico, due giardini, un orto, campi, e prati dirimpetto alla Chiesa della Madonna di Campagna”.

La palazzina, posta un po’ di sbieco come sulla carta del Grossi, potrebbe essere dunque la “casa” dei  fratelli Gilardoni Sondri, il loro “rustico” sarebbero gli edifici che seguono che ospitarono le osterie (“Osterie” nel seicento, “Seraffino”,“Le tre rose” nell’ottocento).

Nel 1802 ospita un terzo degli abitanti complessivi di Madonna di Campagna, ma a causa delle modeste dimensioni dei suoi fondi, Casa Sondri, non risulta particolarmente importante per le attività legate alla proprietà terriera quanto per il ruolo economico che viene ad assumere nel contesto della zona a partire dalla fine del settecento.

Sullo sviluppo dell’area della Sondrio sembrano infatti aver svolto un ruolo determinante il Convento dei Cappuccini, che accoglie pellegrini, ma soprattutto la strada di Venaria, la cui importanza andava crescendo, tanto che nel 1790 vengono realizzate delle migliorie  alla strada, mentre nel 1797 viene fatto l’inghiaiamento della sede stradale con un conseguente miglioramento della viabilità. È per questo motivo che all’interno della Casa Sondrio trovarono spazio alcune professioni di servizio legate ai trasporti: un fabbroferraio, un cordaro, un falegname, uno zoccolaio, un oste.

Censita come “Cascina Cavallo” nel Catasto particellare Gatti del 1820, risulta composta da casa rustica, casa civile, cortili, giardini e prati. Il Gatti attribuisce la proprietà al notaio Carlo Amedeo Cavalli, da cui trae la nuova denominazione.

Nel 1840 l’edificio è di proprietà dei signori Guglielmino e Gramaglia, viene rilevato dal geometra Antonio Rabbini con piccoli ampliamenti verso la corte interna. Sempre il Rabbini, nel Catasto del 1866, evidenzia un ulteriore ampliamento delle fabbriche che chiudono completamente la corte.

Sul complesso della Casa Gilardoni Sondrio sono state operate recentemente diverse demolizioni, infatti rimane solo la manica nord mentre, sul tracciato della fabbrica adiacente alla via Andrea Cisalpino, è stato costruito un nuovo palazzo.

Per quanto riguarda invece la parte più antica, recentemente è stata oggetto di recupero e destinata ad uso residenziale e a servizi.

 

Fonti Archivistiche

  • Carta Topografica della Caccia, 1760-1766, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche segrete, Torino 15 A VI Rosso
  • Amedeo Grossi, Carta Corografica dimostrativa del territorio della Città di Torino, 1791, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1800
  • Plan Geomêtrique de la Commune de Turin, 1805, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Francese, Allegato A, Mappe del Catasto Francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, Torino
  • Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 64
  • Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez. 64 , art. 2338
  • Antonio Rabbini, Topografia della Città e Territorio di Torino, 1840, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1803
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Torino, Mappe, distribuzione dei fogli di mappa e linea territoriale, Torino
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1911, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D135
  • Servizio Tecnico Municipale del Comune di Torino, Pianta di Torino, 1935, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.8
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11

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  • MuseoTorino