

CARLO BOSSOLI,
Il Palazzo di
Città
a Torino.
Tempera su carta, 1851 (Collezione privata).
seguenti il Consiglio nominò gli otto membri del Consiglio delegato più quattro sup–
plenti; il6 e il 10 gennaio l'intendente siglò i decreti di nomina dei vicesindaci 21 : l'am–
ministrazione municipale di Torino era compiuta.
L'Il
gennaio
il
sindaco De Margherita rivolse il suo saluto alla cittadinanza e
annunciò i capisaldi del programma che intendeva attuare già nella fase iniziale del
triennio del suo mandato: «L'ampliazione ed
il
miglioramento dell'istruzione elemen–
tare da estendersi ad ambo i sessi, il sussidio di stabilimenti di generale interesse mas–
sime per le classi meno agiate, e la polizia urbana nelle parti singolarmente che concer–
ne alla maggior nettezza dell' abitato, sono gli oggetti che per primi chiameranno a sé
la maggior mia sollecitudine senza ricorrere a veruna nuova gravezza, tenendo ognora
nel mio operare quella via di pubblicità che torna a bene ed a soddisfazione del pub–
blico»22. Nonostante gli onesti propositi dichiarati, De Margherita, nominato ministro
di Grazia e Giustizia nel ministero Launay, dovette abbandonare dopo soli tre mesi la
carica di sindaco, intrapresa in un capodanno del tutto speciale. Il Consiglio espresso
dal voto del 7 novembre 1848, e rinnovato parzialmente, mantenendo però la fisiono–
mia originaria, rimase invece in funzione sino all'entrata in vigore della legge Rattazzi
del 1859, che ridisegnò la struttura del governo locale nei comuni del regno.
21
ASCT,
Ordinati,
1849,
voI.
365,
verbali II, III, IV.
Editi in
Atti del Municipio
cit., I, pp. 8-14.
22
ASCT,
Editti e Manifesti;
1848-49,
voI.
54, n. 169
e
134
Collezione Simeom,
C 12295; riprodotto
in
Atti del Muni–
cipio
cit.,
I,
p. 505,
e
in
C.
PISCHEDDA
e
R.
ROCCIA
(a cura
di) , 1848.
Dallo Statuto
cit., pp. 123-124.