

~oberto
d'Azeglio e Pietro di Santa Rosa, protagonisti di memorabili giornate nel febbraio 1848, eletti
il7 novembre consiglieri comunali di Torino (ASCT,
Collezione Simeom,
D 968; C 12454).
Tra gli ottanta consiglieri comunali che
il
voto di una sia pur esigua rappresentanza
cittadina aveva portato a Palazzo civico nella settecentesca sala delle adunanze, alcuni
avevano smesso l'abito del decurione per vestire con i nuovi colleghi panni più conso–
ni ai tempi. Molti nomi illustri spiccavano nell' elenco ordinato in base al numero di
suffragi ottenuti da ciascuno degli eletti: quelli di Roberto d'Azeglio, di Cesare Alfieri
di Sostegno, di Camillo Cavour
19 -
rispettivamente al sesto, al sedicesimo e al venticin–
quesimo posto -, nonché di altri nobili, di alcuni ecclesiastici laureati e soprattutto di
vari esponenti del ceto borghese, protagonista del movimento politico che aveva otte–
nuto dal re la Carta costituzionale.
Il nuovo Consiglio, secondo i dettami della legge 7 ottobre 1848, doveva riunirsi di
regola due volte l'anno, in primavera e in autunno, e durare in carica cinque anni pur
rinnovandosi per un quinto ogni anno. Negli intervalli delle due riunioni prescritte
il
governo del Comune era affidato al Consiglio delegato, composto da otto consiglieri
scelti annualmente tra i componenti il Consiglio comunale, ma rieleggibili. Alla nomi–
na del sindaco provvedeva
il
sovrano e a quella degli otto vicesindaci l'intendente
generale della divisione amministrativa di Torino.
Alla vigilia dell'adunanza del primo Consiglio elettivo,
il
ministro dell 'Interno
Sineo comunicò all'ex sindaco decurionale Giovanni Nigra - primo nella lista dei con–
siglieri eletti - che
il
re Carlo Alberto, con decreto del medesimo giorno 31 dicembre
1848, aveva nominato sindaco della capitale
il
barone Luigi De Margherita, provetto
magistrato di Cassazione - cui
il
voto aveva attribuito il quattordicesimo posto - , e lo
invitò a convocare immediatamente il nuovo Consiglio comunale per l'insediamento.
La riunione, alla quale presero parte
il
ministro dell'Interno e l'intendente divisionale,
ebbe luogo la sera del 1
o
gennaio 1849;
il
nuovo sindaco prestò il giuramento previsto
dalla legge «ginocchioni avanti la tavola ove stava aperto il Vangelo»20. Nei giorni
19
La carriera amministrativa torinese di Cavour, sino–
ra ignorata dai biografi,
è
ora ricostruita nella monografia
a cura di CARLO PISCHEDDA e ROSANNA ROCCIA, 1848-
1861. Camillo Cavour consigliere comunale,
«Atti consilia–
ri. Serie storica», Torino, Archivio Storico della Città,
1998, 122 pp.
20
ASCT,
Ordinati,
1849, val. 365, carte non numera–
te, verbale
I.
Edito in
Atti del Municipio di Torino ossia
raccolta dei verbali delle sedute del Consiglio comunale dal
1849 al
1856, annate 1849 e 1850, Torino, Eredi Botta,
1859, p. 7. Si veda
C.
PISCHEDDAe
R.
ROCCIA (a cura di),
1848. Dallo Statuto
cit. , pp. 122-124.
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