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La ricerca, all'interno e all'estero, di un difficile equilibrio politico tra la continuità

col passato subalpino e la rivoluzione nazionale italiana, sotto il segno però della con–

servazione, si rifletterono pure nelle altrettanto contraddittorie caratteristiche della

nuova aula parlamentare.

Provvisoria ma destinata a contenere seicento deputati e quattrocentocinquanta

persone nelle tribune, la nuova aula era sostenuta da una ardita struttura in ferro

inglobante sul tetto un imponente lucernario e altri inserti in cristallo, richiami eviden–

ti all'epopea del progresso simboleggiata dieci anni prima nel Crystal Palace dell'espo–

sizione di Londra. L'impostazione distributiva interna si sforzava, nei percorsi orizzon–

tali e verticali, di collegare il nuovo organismo effimero alla parte centrale del palazzo

barocco, ma nello stesso tempo le arcature e la facciata verso la nuova piazza Carlo

Alberto erano in quello stile neogotico tanto caro nei decenni precedenti al padre del

nuovo re d'Italia. I seggi erano in velluto azzurro, non più rosso, le dorature ridotte al

minimo, l'ambiente interno di colore grigio e verde chiaro puntava sulla ricchezza

decorativa e sulla grandiosità scenografica, in luogo del clima ovattato e raccolto, del

tono neosettecentesco dato dai modelli e dai riusi di strutture preesistenti all'aula della

Carnera subalpina. Nella quale peraltro il ruolo sempre più significativo assunto dal

regime parlamentare a sua volta aveva accentuato, nel decennio di preparazione, il

contrasto con forme figurative di sapore legittimistico.

Il 18 febbraio 1861 fu inaugurata la nuova aula provvisoria con la prima seduta del

parlamento italiano; e il

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marzo vi fu approvata la legge che faceva di Vittorio Ema–

nuele II (ribadendo cioè l'ordine del regno di Sardegna) il primo re d'Italia «per grazia

di Dio e volontà della Nazione».

Di

n

a tre anni inizierà la costruzione dell'aula definitiva della Carnera dei deputati

del regno d'Italia, entro il prolungamento del palazzo guariniano, chiudendolo con

una facciata monumentale sul lato di piazza Carlo Alberto. Inaugurata nel 1871, la

nuova aula non entrerà mai in funzione, perché intanto Torino aveva cessato di essere

capitale. L'aula provvisoria era rimasta attiva sino al trasferimento della Carnera a

Firenze nel 1865 e poi smantellata. Il 9 dicembre 1864, con l'ultima seduta del Senato,

anche l'aula di Palazzo Madama aveva chiuso i battenti e tale rimarrà fino allo sman–

tellamento nel 1927 .

Insediato

il

parlamento a Roma, di nuovo ricominciò la costruzione di un'aula

provvisoria per la Carnera dei deputati in Montecitorio, riutilizzando

il

progetto del–

l'aula provvisoria di Torino

13 •

13

MARIA GRAZIA CERRI,

Palazzo Carignano. Tre secoli

pp.

101-102, 110-111, 118-120.

di idee, progetti e realizzazioni,

Torino, Allemandi,

1990,

128