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del nuovo ordine, di cui

140

designati nel

1816,

fra i quali troviamo un amalgama di

medaglie d'oro francesi e di croci mauriziane, e soprattutto quello dei commendatori,

titolo riservato ad altissimi personaggi di provata fedeltà:

18

nomine in tutto, di cui

l'ultima nel

1826.

L'Ordine militare fu quindi destinato a scomparire per morte natu–

rale dopo aver svolto la funzione per cui era stato ideato e che alla prova dei fatti non

seppe compiere sino in fondo , dal momento che

23

militi ne furono espulsi per aver

partecipato ai moti del

1821

4 •

Carlo Alberto abbandonò del tutto l'Ordine, sia pure

senza abolirlo, sostituendovi nel

1833

la medaglia d 'onore per premiare non solo azio–

ni di guerra ma anche atti di coraggio in tempo di pace.

L'altra importante iniziativa compiuta in campo equestre da Vittorio Emanuele I fu

la pubblicazione nel

1816

della prima raccolta sistematica degli statuti dell 'Ordine

mauriziano mai stampata in assoluto, in cui venne trasfusa la riorganizzazione dell'Or–

dine preparata sullo scorcio dell' antico regime, «apportatevi le poche variazioni cui le

circostanze de' tempi dimostrarono abbisognare»: divisione della Milizia in Gran

Croci e cavalieri semplici, mantenimento dell' accesso alla dignità equestre per i postu–

lanti che intendevano sottoporsi alle prove di nobiltà, conferma del cerimoniale sette–

centesco per la collazione dell' abito e della croce, previa professione di fede e contem–

poranea emissione dei voti - di fedeltà al Gran Maestro, di «castità almeno coniugale»

e di caritatevole ospitalità verso i poveri lebbrosi - e delle promesse di digiuno rituale

e preghiere. Veniva quindi riproposta con forza la dimensione religiosa, che comporta–

va anche altri obblighi di vita, quali il divieto di contrarre matrimonio più di una volta

e l'impegno a compiere opere di cristiana pietà soprattutto attraverso gli ospedali del–

l'Ordine, e quella militare-feudale, legata all'obbligo di seguire in guerra il Gran Mae–

stro o di sostenerlo con tributi; di non abbandonare i Regi Stati senza averne chiesto la

licenza scritta e di astenersi «dall'esercitare arti meccaniche e abbiette, dal contrarre

matrimoni indecorosi e da qualunque altra azione inconciliabile colla vera nobiltà»5.

Una serie di singoli interventi riguardarono inoltre lo spinosissimo problema della

ricomposizione del patrimonio fondiario dell'ente, riversatosi in gran parte, attraverso

le travagliate vicende politiche, nelle Regie Finanze, di cui costituiva un essenziale

cespite d'entrata nell 'angusta fase in cui versava lo stato, e del reintegro dei beni legati

a commende patronate che erano stati alienati in epoca francese. Si trattava in sostan–

za del tentativo di introdurre, con un quarto di secolo di ritardo e in un contesto reso

caotico dai numerosi passaggi di proprietà intercorsi, la progettata razionalizzazione

tardo-settecentesca dell'ente, che tuttavia non teneva conto dei suggerimenti per la

maggiore "specializzazione" dell'Ordine, a cui si aggiungeva inoltre la volontà di uti–

lizzare il cavalierato per consolidare il nuovo edificio statale attraverso la cooptazione

di numerosi esponenti del patriziato, del governo e della borghesia genovese, per

i

quali furono richiamate in vigore cariche vacanti da secoli.

I primi anni della Restaurazione furono quelli in cui si andava rafforzando fra gli

intellettuali una nuova sensibilità per la rievocazione della società medievale, intesa

come età di affermazione di un'autorità consacrata da Dio e come scrigno di un'.iden–

tità nazionale originaria, di cui ora si andava in cerca per ritrovare ragioni di legitti–

mità dopo il rischio di annullamento a opera della rivoluzione. Si trattava, com'

è

noto,

di un fenomeno europeo: a un tessuto culturale variegato, formato dalla curiosità e dal

gusto settecenteschi per il pittoresco e l'architettura gotica, la storia e l'antiquaria, il

romance

e la poesia popolare, si erano sovrapposte motivazioni più forti, legate prima

a un rinnovato fervore per un passato cristiano e nazionale da parte di una generazio–

ne traumatizzata dal Terrore e oppressa dall'espansionismo politico e ideologico della

Francia napoleonica, e poi agli scopi propagandistici delle monarchie restaurate, che

4

BIBLIOTECA REALE

DI

T ORINO,

Fondo manoscritti,

Elenco generale de' Membri del Real Ordine Militare di

Savoia.

172

5

Regie magistrali patenti che contengono le Leggi e gli

Statuti della Sacra Religione ed Ordine Militare de' Santi

Maurizio e Lazzaro,

Torino, Stamperia Reale, 1816.