

dell’Archivio Storico Comunale
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. Ciò significa, dato il quadro globa-
lizzante in cui il volume si muove, che molti collaboratori hanno dovu-
to lavorare intensamente in archivio per mettere a frutto documenti
spesso sottoutilizzati se non inutilizzati dalla storiografia precedente,
talora di ottimo livello, ma attenta soprattutto al fatto politico. L’im-
mane scavo erudito a cui si accennava non è merito soltanto loro. Lo
è anche di decine di studenti e ricercatori che negli ultimi vent’anni han-
no approfondito la storia del basso Medioevo e della prima età moder-
na torinese con dissertazioni di laurea, articoli, volumi. Lo è, infine, sia
dei ricercatori che dal 1980 hanno collaborato per la parte medievale ai
volumi strenna, solidi in tutti i sensi, annualmente pubblicati dall’Ar-
chivio storico della Città di Torino, sia di quelli che, attorno a Giovan-
ni Romano, hanno collaborato alla collana «Arte in Piemonte» edita dal-
la Fondazione e dalla Banca CRT
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. È da questa erudizione, nel com-
plesso assai recente e quindi funzionale alla sensibilità storiografica
contemporanea, spesso creata appositamente per precostituire una pri-
ma sistemazione ragionata del materiale documentario qui utilizzato,
che nasce il secondo volume della
Storia di Torino
. Il lettore non se ne
avrà a male se per così dire il «dosaggio» delle note a pie’ di pagina non
è sempre costante: alcuni approfondimenti sono stati progettati apposi-
tamente per quest’opera, per evitarne lacune, fornire un livello di infor-
mazioni e di approfondimento omogeneo.
Per questi motivi il lettore troverà il volume in più punti innovativo
rispetto allo stato attuale delle conoscenze su Torino nel periodo qui
considerato. La storia religiosa della città, per esempio, viene per la pri-
ma volta affrontata in quanto tale, anche al di là dei suoi ovvi intrecci
con quella ecclesiastica. Lo studio dell’economia, avvalendosi di una do-
cumentazione in parte inedita conservata negli Archivi di Stato di To-
rino, Milano, Savona e Genova, riesce ad ampliare le conoscenze sino a
ieri disponibili e ad illuminare a giorno il contributo di uomini, tecni-
che, idee e capitali dato soprattutto dalla metropoli lombarda allo svi-
luppo della Torino quattrocentesca. La storia sociale e politico-istitu-
zionale offre un quadro aggiornato, e non di rado inedito anche rispet-
to a ricerche recenti, del gruppo dirigente cittadino, del reclutamento
dei funzionari e delle rispettive scelte. Quella della cultura e dell’arte,
pur nella varietà di voci che la ricostruiscono, offre per la prima volta
xxiv
Rinaldo Comba
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m. baima
(a cura di),
Libri consiliorum 1325-1329. Trascrizione e regesto degli Ordinati co-
munali
, Torino 1996.
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Fondamentale è il punto di riferimento costituito dal volume, curato dallo stesso
g. roma-
no
,
Domenico della Rovere e il Duomo nuovo di Torino. Rinascimento a Roma e in Piemonte
, Tori-
no 1990.