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Nole al Ca
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Tanto bastava p..:r uv ére la giusta g rossezza del detto muro e la certezza che lo
scavo generale non oltre pass ava
il
profilo esterno di quello.
Rimaneva
a dubitare che, data la ottima natura del terreno, ed essendo baste–
voli i sotte rranei sottos tanti a tutte le navi ed al coro, si fosse praticata la fonda–
zione del muro ab sidale col mezzo dello scavo obbligato o col mezzo di pilastri ed
archi.
Il
2,
marzo si eseguiva perciò uno scavo sotto al pavimento della sacristia
parrocchiale, profondo olt re un met ro, e per no n re ca r maggior distur bo si esplo–
rava con una sonda fino oltre i me tri 2,50, non incontra ndo altro che calc inacci e
niuna traccia di vecchi muri.
Eseguite tali ricerche, si frugarono invano tutti gli an goli più reconditi della
fabbrica dal basso all'alto per trovar qualche seg no, qualche indizi o. Ci venne però
in aiut o una pianta della chie sa con relativa leggenda, redatte entrambe sul finire
del secolo
XVI
e cons ervate nell'archivio capitolare. Dalle medesime si rileva come
il
muro terminale dci coro fosse rettilineo e nel mezzo di esso fosse incavata una
g rande nicc hia che con te neva I'al tar maggior e ; e come ai lati dci coro e prop ria–
mente sul pro lu nga me nto dell e navi mi nori , dove ora so no le sca le di accesso alla
Cappella della SS. Sindone, fossero due cappelle una da ogni banda. Ecco ne lla sua
integrità le leggende :
O
Scale che
imbocano
le due uaui latterali al
piano
di tura del DUOli/O, et
saliscono
al
piano
della Capella, demolito parte delle muraglie ueccbie del Duomo, et due Capelle
cbè ivi
erano
p f orli/are le medeme:
T
Le li/ICe
pontegiate
T:
Denottano
muraglie del Altare maggiore Del DIIOII/O
demolite p formar e la Capella.
E
queste leggen de si riferiscono ad una sez ione al
«
piano della Capella del
SinOSudan o
».
Nota dell'in gegnere Giovanni T hermig non.
(6)
P INGON,
Augusta Tauriu,
(7) ,
cl
1585, concorrendo precipuamente nella spesa i canonici Pclletta e Ger–
monio , si rifecero le impannate delle
8
finestre della cup ola, di
4
del coro, di
2
della
sacrestia
e di 28, altre nella chiesa. Alcune di queste avevano vetri colorati
al l'arma dell'arcivescovo d' Avalos fin da l 156, e si conservavano ancora tali nel 1624.
L'arcivescovo Bcr gcra le rifece tutte nel 1657 ; ma tut ti i ve tri andarono in frant i
nell'agosto del 1699 quando il fulmine fece scoppiare la polveriera della cittadella.
(8)
In ARCH. CAP.
(9) In Ar-n CA
l' .
si accennava al bisogn o di rafforzarlu con speroni.
( ro) Arrr
CAI'. Nei muri
pcrìmetruli
si pre senta 'uno strapiombo in fuo ri ..:d
una incurvatura nel senso lon gitudinule , abba stanza visibile a chi si porti sul bal–
latoio della cupola, o tra guardi dall'interno della chiesa le mezze colonne che sor –
reggono la v òlta.
( I l)
«
Post cuthedralis basilice mirabilcrn constructioncm et orna tum
» ,
Semita
recta causldicorum:
T aurini , Francìscus de Silva, anno 1497, die 27 septembris.
( 12)
Descrittione
di tutta Italia.
Bologna,
1)50,
f.
408-.
( 13) Orazione reci tata a no
me
della
citt à
di Torino, ecc.,
f.
B,
i .
(1.\) Manoscritto de gli ARCII1VI
DI
STATO:
«
Tempio ornatur sancti Johannis
Baptistc udco ex simctria chri stiana dcducto, ut unum vix et alte rum simile in tora
Italia rcperics
» ,
( 15) ITALIA SACRA, t.
IV:
«
Univcrsa porro Basi licam cgregiam atquc arnplam
struc turam pmesefert
».