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112

Nole al Ca

p

it

o

I

o I X

I

Tanto bastava p..:r uv ére la giusta g rossezza del detto muro e la certezza che lo

scavo generale non oltre pass ava

il

profilo esterno di quello.

Rimaneva

a dubitare che, data la ottima natura del terreno, ed essendo baste–

voli i sotte rranei sottos tanti a tutte le navi ed al coro, si fosse praticata la fonda–

zione del muro ab sidale col mezzo dello scavo obbligato o col mezzo di pilastri ed

archi.

Il

2,

marzo si eseguiva perciò uno scavo sotto al pavimento della sacristia

parrocchiale, profondo olt re un met ro, e per no n re ca r maggior distur bo si esplo–

rava con una sonda fino oltre i me tri 2,50, non incontra ndo altro che calc inacci e

niuna traccia di vecchi muri.

Eseguite tali ricerche, si frugarono invano tutti gli an goli più reconditi della

fabbrica dal basso all'alto per trovar qualche seg no, qualche indizi o. Ci venne però

in aiut o una pianta della chie sa con relativa leggenda, redatte entrambe sul finire

del secolo

XVI

e cons ervate nell'archivio capitolare. Dalle medesime si rileva come

il

muro terminale dci coro fosse rettilineo e nel mezzo di esso fosse incavata una

g rande nicc hia che con te neva I'al tar maggior e ; e come ai lati dci coro e prop ria–

mente sul pro lu nga me nto dell e navi mi nori , dove ora so no le sca le di accesso alla

Cappella della SS. Sindone, fossero due cappelle una da ogni banda. Ecco ne lla sua

integrità le leggende :

O

Scale che

imbocano

le due uaui latterali al

piano

di tura del DUOli/O, et

saliscono

al

piano

della Capella, demolito parte delle muraglie ueccbie del Duomo, et due Capelle

cbè ivi

erano

p f orli/are le medeme:

T

Le li/ICe

pontegiate

T:

Denottano

muraglie del Altare maggiore Del DIIOII/O

demolite p formar e la Capella.

E

queste leggen de si riferiscono ad una sez ione al

«

piano della Capella del

SinOSudan o

».

Nota dell'in gegnere Giovanni T hermig non.

(6)

P INGON,

Augusta Tauriu,

(7) ,

cl

1585, concorrendo precipuamente nella spesa i canonici Pclletta e Ger–

monio , si rifecero le impannate delle

8

finestre della cup ola, di

4

del coro, di

2

della

sacrestia

e di 28, altre nella chiesa. Alcune di queste avevano vetri colorati

al l'arma dell'arcivescovo d' Avalos fin da l 156, e si conservavano ancora tali nel 1624.

L'arcivescovo Bcr gcra le rifece tutte nel 1657 ; ma tut ti i ve tri andarono in frant i

nell'agosto del 1699 quando il fulmine fece scoppiare la polveriera della cittadella.

(8)

In ARCH. CAP.

(9) In Ar-n CA

l' .

si accennava al bisogn o di rafforzarlu con speroni.

( ro) Arrr

CAI'. Nei muri

pcrìmetruli

si pre senta 'uno strapiombo in fuo ri ..:d

una incurvatura nel senso lon gitudinule , abba stanza visibile a chi si porti sul bal–

latoio della cupola, o tra guardi dall'interno della chiesa le mezze colonne che sor –

reggono la v òlta.

( I l)

«

Post cuthedralis basilice mirabilcrn constructioncm et orna tum

» ,

Semita

recta causldicorum:

T aurini , Francìscus de Silva, anno 1497, die 27 septembris.

( 12)

Descrittione

di tutta Italia.

Bologna,

1)50,

f.

408-.

( 13) Orazione reci tata a no

me

della

citt à

di Torino, ecc.,

f.

B,

i .

(1.\) Manoscritto de gli ARCII1VI

DI

STATO:

«

Tempio ornatur sancti Johannis

Baptistc udco ex simctria chri stiana dcducto, ut unum vix et alte rum simile in tora

Italia rcperics

» ,

( 15) ITALIA SACRA, t.

IV:

«

Univcrsa porro Basi licam cgregiam atquc arnplam

struc turam pmesefert

».