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CAPITOLO L

D II O

~I

O

di Torino , onore dcll'arte e decor o

de lla nostra città , fu erett o negli ultimi anni dci

secolo decimoquint o sulle rovin e di tr e antiche

chiese, che contigue, e comunicanti fra loro , for–

mavano la cattedrale.

Que ste tre chiese intit olavan si dal Sant o Sal–

vat ore, da San Gioanni Battista e da Santa Maria ; ma si

ignora quale fra esse prim eggia sse per antichità ( l).

I~

bensì

ricord ata

la ctiiesa torinese,

nella qua le pa recch i vescovi de lle

Gallie tennero Concilio, ospitati forse da San Massimo ve–

scovo di Torino fra il 398 ed

401 ( 2) .

Massimo stess o encomia

la pietà di un conte , che con Vital iano e Maiano eres se in

Torino una chiesa, di cui il santo vescovo celebr ò la dedi–

cazione (3) , e fa altres ì parti colare menz ione di quella, in cui

eg li esercitava le funzioni propri e del ministero episcopale e

radunava, istruiva e batt ezzava i neofiti (4). Senonch è, dato

pure che queste tre chiese rispondano a quelle del Sant o

Sa lvator e, di Santa Maria e di San Gioanni Batti sta, si ign ora

tu ttavia se i sermoni che le ricordano siano ant eriori o poste–

riori al Concilio torinese

sov racce nnato ,

È

nondimeno verosimile che il tempi o, in cui il santo

vescovo predicava e battezzava per immersione (S), fosse

appunto l'antico nostro San Gioanni Batt ista, ch è dal Pr ecur–

sore pr esero titolo i batti steri, e il nostro fu sempre dappoi

reputato capo e madre di tutta la diocesi.

Più . sicura notizia della chiesa intit olata da Sa n Gioanni

si legge in Gregorio di Tours (6) .

Quest o storico ci narra infatti che Rufo, vescovo di Torino, vissuto