

IO
Il D uo mo di T ori n o
fra il
503
ed il
562,
si trovò con du e altri vescovi a San Gioanni di Moriana
a venerarvi il pollice del Pr ecursor e, che si diceva esservi stato portato
poco pr ima ; e pos to un lino sotto la reliquia per togli ern e una parte,
null a poterono ricavarn e. Fattisi allora a pregar vi per una nott e, otten–
nero da l pollice una goccia di sangue, e du e a ltre ne ebbero allo stesso
modo vegliando altre c1ue notti ; sicchè lieti se ne partirono, riport ando
og nuno alla propria città una goccia impressa sul lino. Ma Rufo fu poi
istiga to da ll' arcidiacono di Torino a ritornare in Morian a a pre nc1ervi
tutta intiera la re liquia ed a port arsela in Torino come in luogo più
popoloso . Gradì il vescovo la p rop ost a, pe nsa ndo p oterl a mand are one–
stamente ad effett o, perchè la Moriana .dipendeva allora dalla diocesi di
Torino (7 ). Mandò egli du nqu e l'ar cidiacono a compie re il pr oposit o;
ma non appena cos tui ebbe post o la mano sulla lipsan a, di rep ente
imp azzì e morì dopo tr e g iorn i di febbr e.
È
comun dett o che Ag ilulfo, du ca di Torino, imp almata T eodolinda
vedova di Autari re dei Longobardi , abbia ere tto o ricostrutto in più
vaga forma ques ta nostra chiesa battesimale, in quella g uisa con cui T eo–
do linda aveva innalzato in Monz a un batt istero intitolat o' dal Pr ecursore ;
e si soggiunge che così fece ap punto perchè il Batti st a era pa trono de l
regn o Longobard o (8 ). Ma questa trad izione, comune a molti sacri edi–
fizii dell' alt a It alia, non si trova suffraga ta da prova od indizio ve–
ru no (9).
Ci viene invece narrato da Paolo Diacono
(IO)
e da Eccardo
CI I ),
che q uando Ga ribaldo, duca di T orin o, ebbe ucciso il re Godeberto
nel
662,
un famiglio de ll'es tinto, a vendicarne la mor te, attese l'uccisore
me ntre veniva a celebrare la pasqua nella basilica del Sa n Gioann i, e
salito sul sac ro fonte, tenendosi con una mano ad una de lle colonnine che
reggevano il tett o de l batti stero
( 12) ,
e celando la spa da sotto la ves te,
menò su Ga ribaldo tale un colpo che per poco no n g li ebbe reciso il
capo; sicchè, lasciatolo morto, fu a sua volta trucidato sul luogo dai
seguaci de l duca .
Ne sorge quindi provato che in q uel tempo la basi lica del Pr ecursore
era distinta dal battistero , il quale vi stava de ntro; che qu esto batt istero
era provvisto di fonte rialzato, e picco lo es so stesso d i mole, dacc hè il
famigl io di Godeberto potè ad un tempo levarsi sul fonte e tenersi ad
una de lle colonne; che queste erano piccole e coronate d' una cupo la o
tegurio ,
e che probabilmen te il battistero si ergeva nel mezzo de lla ba–
silica dove appunto il d uca Gariba ldo doveva passare pe r recarsi al posto
d'onore.
Se altri po i volesse indagare la stru ttura parti colar eggiata di ques to
edificio, potrebbe con qualche verosimiglianza paragonarlo
a~
piccolo e
bellissimo ba ttistero che st a tuttod ì nella chiesa collegiale di Cividale, e
che fu ere tto da Calisto patri ar ca di Aq uileia nel 7;)7. Per tal g uisa il
nostro avrebbe 'avuto il fonte de ll'immers ione, un parapetto ottagono