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che g ià sorgeva nel 1466 (62), ed a dotare la chiesa di nuovi organi
già collocativi prima del 18 maggio 1481 (63).
Anche il vescovo Gioanni di Compeys
l~sciò
ricordo di
s è
nel cam–
panile e nel chiostro ; domandò al papa la metà di tutti i legati pii di
incerta destinazione nello Stato di Savoia al di qua e al di là dei monti
e concesse particolari indulgenze (64) ai benefatt ori, poichè era suo in–
tento iniziare g rande e mirabil e ope ra . Ma il disegno fallì, dacchè eg li fu
traslato nel 1482 alla sede di Ginevr a ;
nè
di poi, sino all'e rez ione del
tempio Roveresco, si trovano ricordate opere di qualche importanza (65) ,
sebbene il 25 di ottobre 1482 Filippo de Gastaudis , vicario ge nerale de l
cardinale Domenico della ,Rovere, confermasse le indul genze concesse dal
vescovo Compeys per la fabrica del du omo (6 6) .
Molte e divote capp elle fregiavano la chiesa ere tta da Landolfo. La
più antica, e fors e coeva all'erezione del tempio, era quella dedicata alla
Santissima Trinità, che pr end eva anche titolo da Santa Cr oce e da tut ti
i Santi. Ergevasi dessa nella nave minore a
corn u
evangelù~
e fuvv i
tumulato a
piè
dell'altare Odelrico Manfredi,
m~rchese
di Torino, morto
sul finire del 1035 ; laonde prete Sigifredo, che era ricchissimo e for se
parent e di Berta, moglie di Odelrico, donò a dì 23 dicembre di quel–
l'anno all'altare predetto metà di Buriasco e di Orbassano, perchè vi fosse
istituita una collegiata di sacerdo ti i quali su ffragassero alle anime del
marchese, di Berta sua moglie, di Alrico suo fratello e vescovo di Asti (67) .
Due anni dopo lo stesso Sigifr edo accrebbe al dono trecent o iugeri di
terre in Villanova (68) : ond'è verosimile che a
pi è
di quello altare
trovasse altresì sepoltura la contessa Berti, morta verso il 1040. Tale
l'origine delle messe che il Capitolo vi celebrava nei tre g iorn i che pre–
cedevano l'Ogn issanti (69) e del collegio dei preti de lla SS. Trinità (70),
che solevano ad unars i nella medesima cappella (7
I)
e vi tenevano ap–
posito cappellano (72).
Fra qu esta cappella e l'altar maggiore sorgevano, fin dal 1368, quelle
di Santo Stefano e della Natività. Il 6 d i g iug no del 1385 (73) vi fu trasferta
la cappella di San Le onardo al ponte di Po, di patro nato dei Baraco
torinesi, i quali ottennero allora per tal cagione il patronato di quella di
Santo Stefano. Nel. 1425 essa era freq uentata , da gran concorso di devoti ,
che vi affl uiva no spe cialmente nella festa del san to titolare (74) . Ma perchè
era povera di redditi, il vescovo Aimone, rinunziando al proposito fatto
di erigere una cappella nuova da intitolarsi a Santa Cate rina, dispose il
20 di febbraio del 1425 'che i proventi che egli aveva assegnati a qu esta
si devolvesser o a quella di San to Stefano, la qua le dovesse aggiunge re
all 'antico il nuovo tit olo di San ta Caterina , e ne attribuì il patronato alli
Urdino, Giacomo ed altri figli del fu Briancio di Romagnano (75) .
: Il 18 febbr aio 1445 , l'antipapa F elice V unì i due benefizi di S . Ste–
fano e di Santa Caterina al collegio dei fanciulli cantori del du omo (76) ;
ma i Romagnano ne serbarono il patronato, e la cappella continuava ad