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tunque eccentrico, pure fu riconosciuto adatto a ricevere la
Scuola, e tosto si pensò e al modo di venirne in possesso
. ed al come ottenere i fondi necessari al suo adattamento)
Mercè l'opera efficace dell'onorevole Quintino Sella, che fu
uno di quelli che maggiormente contribuirono all'istituzione,
all'impianto ed al progresso della Scuola, ancora vivente
Cavour che ne aveva prevista tutta l'importanza, fu il lo–
cale ceduto dal Ministero della Guerra, il quale ne aveva
fatto una succursale del magazzino merci. A poco a poco
furono acc?rdati i fondi per l'aggiustamento di quelle. sale
che ne avevano maggior bisogno, pel trasporto degli og–
getti 'dalla prima alla nuova sede ' della Scuola, pel loro
collocamento a
posto~
e quantunque da principio sia stato
impossibile dare a tutto la sua sede definitiva, pure i lavori
procedettero così alacremente' che la Scuola fin dal secondo'
. anno di sua esistenza ha potuto occupare il palazzo costi-
tuente l'attuale sua sede.
'
Questo palazzo, all'epoca in cui fu destinato alla Scuola
degli ingegneri, consisteva essenzialmente in tre corpi
di
fabbrica o padiglioni. Quello di mezzo,
il
più vasto, aveva
al pianterreno un atrio centrale, cinque sale, un gabinetto,.
un andito ed una scala da ogni parte dell'atrio stesso;
il
piano supedore presentava; la stessa disposizione colla sola
differenza d'una gran sala sopra l'atrio. I due padiglioni
Jaterali non contenevano come tuttora non contengono che
picoole camere, più proprie a privata abitazione che per
servizio pubblico. Il padiglione centrale era unito a ciascun
padiglione laterale con un porticato
eri,
[J~to
al piano su–
periore da un terrazzo, stato ridotto a galleria nell'anno
1858 in occasione
dell~ultima
Esposizione nazionale stata
fatta dal piccolo Piemonte.
La prima destinazione stata data agli aC!3ennati locali fu
questa. Al piano terreno a destra dell'atrio nel padiglione
di mezzo si allogò la chimica, assegnando la sala più pros–
sima all'atrio per un piccòlo anfiteatro, capace di una ses-