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per l'anno
successivo~
e come
Allegato
VIII si unisce quello
per l'anno 1882-83.
Gli aspiranti al diploma d'ingegnere civile hanno 24 le–
zioni alla settimana. Fin dai primi anni della Scuola si pro–
curò e si continua ancora a cercare che queste lezioni siano
divise per modo che in ciascun giorno gli allievi non ne ab–
biano mai più di quattro, due nelle ore antimeridiane, e due
nelle ore pomeridiane coll'intervallo di circa un'ora e mezzo
o due ore fra quelle e queste.
Le lezioni di disegno e quelle d'architettura, che richie- -
dono bensì attenzione durante il tempo che ciascuno vi de–
dica, ma che non lasciano poi soggetto di meditazione o di
studio per le ore consecutive e che in gran patte si ridu–
cono ad esercizi di mano, sono alternate colle scuole più
faticose, con quelle cioè che inducono obbligo ai giovani di
meditazione consecutiva alla lezione, di redazione per
iscr~tto
delle cose udite, o della esecuzione di calcoli, le quali non
sono mai più che tre per ogni giorno e sovente non più di
due. Aggiungasi che le ultime lezioni di ogni giorno sono
sempre lezioni di disegno, e che questo si fa a bella posta,
'sia perchè gli allievi già stanchi dalle lezioni precedenti non
sarebbero forse tutti in grado di attendere col voluto im–
pegno ad insegnamenti che richiedono molta attenzione, sia
anche perchè, quando gli insegnanti, compiuto il.loro do–
vere, abbandonano le sale del disegno, gli allievi possono
liberamente rimanervi, finchè è giorno, e così utilmente far
andare innanzi quei lavori grafici che difficilmente potreb–
bero ultimare destinandovi le sole ore di scuola.
Le avvertenzp., state indicate per ottenere un buon orario
negli insegnamenti per gli
ingegner~
civili, si trovano ap–
plicate, nei limiti del possibile, in quelli per gli ingegneri
ind-o,striali e per gli architetti. E senza eccezione si può
dire che gli allievi ingegneri della Scuola di Torino, a qual–
siasi categoria appartengano, non hanno mai da lamentarsi
di rimanere disoccupati, giacchè dal levare al tramontare del