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abitanti, concorse in non piccola parte il grande impulso dato
da Camillo Cavour alle costruzioni ferroviarie, grazie alle quali
Torino potè far sentire sempre di più la sua influenza economica
non solo sul Piemonte, ma anche sulle regioni vicine. Le ferrovie
e i telegrafi furono certo il mezzo più potente che la tecnica
abbia, nel secolo scorso, messo a disposizione dell'uomo per quella
conquista dello spazio, per la quale, come dissi più volte, lotta
ogni organismo dal più semplice al più complesso, dal muschio
che si allarga sul tronco di un albero maestoso, alla grande
nazione industriale e commerciale che sparge i prodotti del pro–
prio suolo e delle proprie industrie in tutto
il
mondo.
Camillo Cavour, mentre preparava il risorgimento politico
dell'Italia, non dimenticava. di curare il progresso economico del
Piemonte, e, in momenti difficilissimi, riuscì a dotare
il
Piemonte
di una rete ferroviaria quasi completa, e ad iniziare la costru–
zione del grande canale Po-Ticino, che giustamente porta
il
suo
nome. Per dimostrare quanto debba Torino e il Piemonte a
Camillo Cavour basta riferire alcune dat e riguardanti le costru–
zioni ferroviarie: nel ]853 era t erminata la linea Torino-Genova;
nel 1855 la Alessandria-Arona; nel ]858 la Alessandria-Acqui;
nel 1860 la Alessandria-Stradella-Piacenza; nel 1855 la Torino–
Cuneo; nel ]856 la Savigliano-Saluzzo; nel 1854 la Torino-Susa;
nel 1857 la Torino-Ticino ; nel 1856 la Santhià-Biella; nel 1858
la Chivasso -Ivrea; nel 1857 la Vercelli-Valenza-Casale; nel 1854
la Torino -Pinerolo ; nel 186] era approvata la costruzione della
Torino -Savona ccc. Ma non si accontentò il Cavour di legare
Torino ai prin cipali centri del Piemonte e al mare: pieno di
fiducia nei progressi della tecnica, e avendo nello stesso tempo
una vision e esattissima dell'importanza della posizione geogra–
fica di Torino, per ciò che riguarda le relazioni commerciali fra
l'Italia e la Francia, volle che si affrontasse pure il traforo del
Fr éjus
(1857), una delle più grandi vittorie che l'uomo abbia
riportato sulle difficoltà che i confini naturali oppongono alle
comunicazioni.
Così, mentre Torino perdeva i benefizi che le provenivano
dall'essere capitale, cominciava a provare quelli prodotti dallo
svilupparsi del commercio e delle industrie in tutto il Piemonte,
che ad essa, come a centro naturale, era collegata da un'ottima
rete ferroviaria. E quando, finalmente, nel 1871 le comunicazioni
ferroviarie fra l'Italia e la Francia, attraverso il Fréjus, furono