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ARtHITETTURA DI CARLO SADA
La fama dell'architetto Carlo Sada
è
legata essenzialmente al grandioso tempio neoclassico dedicato
a
S.
Massimo, sorto in Borgo Nuovo dal
1845
al
1854,
a cura del Municipio torinese. Co–
spicuo edificio, nobilitato all'esterno da un ben proporzionato pronao tetrastilo corinzio e dalla
cupola a foggia di tempietto . La pianta
è
a croée greca e a bracci diseguali, con volte a botte
come scuderie, altre già come civili abi–
tazioni di famiglie più modeste, testi–
moniano la lenta evoluzione del costu–
me sociale. La differenza più sensibile
che si può cogliere in questi palazzi ri–
spetto a quelli del Settecento sta nelle
proporzioni, più modeste. E con il gra–
duale disperdersi delle ultime forme
grandiose di eredità barocca comincia
ad affiorarvi una diversa misura umana
e un diverso atteggiamento dello spirito;
un che di più intimo e raccolto vi si
respira, di più accogliente e domestico:
voci esili, quiete, suonano nella loro es–
senza tipicamente anticlassiche.
È
ancora da delineare il profilo e la
storia dei palazzi di Borgo Nuovo, con
corredo di rilievi, di piante, di facciate,
di ornati, con la documentazione della
paternità dell'architetto per ogni singolo
palazzo; ma qualcosa di notevole si sta
preparando in questo senso; e i risul–
tati ottenuti vedranno presto la luce.
Nei limiti della mia trattazione offrirò
solo qualche esempio indicativo.
La stagione neoclassica
Il palazzo più noto del Borgo Nuovo
è
quello che l'architetto Giuseppe For–
mento costruì per lo scultore Bogliani
(il progetto
è
datato 25 giugno 1838),
la realizzazione forse più alta di tutta
la stagione neoclassica a Torino. Ampia
fabbrica, con un'impostazione certamente
condizionata dalle esigenze che regola–
rono il formarsi del nuovo Borgo, si
pone al centro dell'incontro di due stra–
de, via Rolando e via Cavour, con due
piazze, piazza Cavour e piazza Maria
Teresa. Il palazzo Bogliani meglio di
ogni altro documenta il graduale e quasi
insensibile trapasso dall'architettura set–
tecentesca a quella dell'età neoclassica.
Un senso sereno si sprigiona da quelle
forme limpide, quasi di sostanza traslu–
cida; ritorna il calmo ritmo della scan–
sione regolata dalle lievissime paraste,