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Due incisioni in rame di Stanislao Stucchi

che presentano, sopra,

la piazza Vittorio Emanuele

(ora piazza Vittorio Veneto)

la cui costruzione iniziata nel 1815

fu compiuta in cinque anni,

su disegni dell'architetto Frizzi e sotto,

la Chiesa della Gran Madre di Dio

uno spazio luminoso, ben definito nella

sua chiarezza dalle pareti lisce; ritmate,

più che interrotte, dalle colonne poste

alle aperture dei vani degli altari.

Alla sistemazione della piazza del Frizzi

tenne dietro nel decennio seguente l'am–

pliamento che si estese dalla piazza del–

l'Esagono verso il Po, sul lato di po–

nente di piazza Vittorio Veneto, nell'at–

tuale via Mazzini, via dei Mille, via

della Rocca, piazza Cavour (in un pri–

mo tempo ancora Giardino dei Ripari).

Sorgeva così quel Borgo Nuovo, che co–

stituÌ il momento più caratteristico del–

l'età neoclassica a Torino, e che rimane

a tutt'oggi, pur con le inevitabili di–

struzioni, le irrispettose alterazioni, il

fatale declassamento del tempo, il nu–

cleo più tipico e significativo di quella

stagione architettonica.

Diversa misura umana

Qui bene si avverte come i nuovi nu–

clei urbani dell'Ottocento non siano sor–

ti con strutturazione diversa da quella

della città settecentesca. I singoli

palazzi poi nella tranquilla zona di

Borgo Nuovo si affacciano sulle contrade

con superfici limpide e misurate, che

riecheggiano, persino nei dati iconogra–

fici, le facciate dei palazzi del secolo pre–

cedente. Anche

in

queste nuove fabbri–

che, di solito al di sopra di un alto zoc–

colo, paraste appiattite unificano in fac–

ciata i due ordini più dignitosi di abi–

tazione, e al di sopra del cornicione si

pone il mezzanino più basso. E se li

corona un timpano triangolare, o

li

de–

corano fini sculture a motivi classici, pur

ne differenziano in modo quasi insensi–

bile l'aspetto: quello così leggero, niti–

do, luminoso, queste sobrie ed elegan–

tissime. Al di là degli androni appaiono

silenziosi cortili, chiusi mondi; nello

sfondo costruzioni più basse si presen–

tano quasi sereni fondali, spesso coro–

nate a terrazza. Alcune sorte ancora

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