

Il
28
febbraio
1858
si cDstituiva in TDrinD la SDcietà Fra–
telli MazZDnis, che diede Drigine ad uno. dei più impDrtanti
complessi industriali per la filatura e la tessitura del cDtDne
rino dovrà darsi - afferma il sindaco - una fonte
di vita autonoma, «onde a questa nostra città si
prepari,
indipendentemente dai rivolgimenti politlei,
un avvenire degno della sua storia, della sua impor–
tanza, e della virtù de' suoi abitanti ». Questa fonte
deve essere, secondo
il
capo dell'amministrazione, !'in–
dustria. Ed egli elenca con chiarezza gli ostacoli che
si frappongono a un adeguato sviluppo di essa: «Il
caro prezzo del denaro; la diminuzione ognor crescente
del combustibile vegetale e la mancanza assoluta di
carbon fossile ». Mentre è ottimista sul primo, perché
pensa che diminuirà di importanza «a misura che
l'impiego del denaro in cartelle dello Stato si renderà
meno fruttifero », il Luserna è pessimista sul se–
condo. La crescente penuria di combustibile vegetale
si aggiunge, infatti, alla servitù verso l'estero nel–
l'approvvigionamento di carbon fossile: servitù ca–
rissima perché questo costa 7 lire alla tonnellata in
Inghilterra, 9 in Francia, 40 in Genova, 60 in Torino.
Tuttavia, osserva il sindaco, « ciò che la natura
ci
ha
per una parte negato, ce lo ha per un'altra compensato
coll'abbondanza e forte caduta delle acque che bagnano
il nostro territorio ». Per questo egli propone, sulla
base degli studi condotti dall'ingegnere-capo del-
1'« ufficio d'Arte », cavalier Pecco, tre vie per fornire
alla città la forza motrice necessaria all'industria
senza per altro privarne l'agricoltura: sfruttare
mag~
giormente i salti d'acqua esistenti, utilizzare i canali
irrigatori già in attività (sette immediatamente fuori
la cerchia cittadina, quattro dentro), costruire « nuove
derivazioni presso Torino o trasportare le esistenti»
(usando le acque del Po, della Stura e della Dora).
Con la prima via si ricupererebbero centoventi ca–
valli vapore, con la seconda duecentoquindici, con la
terza millecinquecento. Soltanto la terza richiedereb–
be - continua il sindaco - impiego di capitali non
trascurabili, ma ne varrebbe la pena anche perché il
costo annuo della manutenzione di un cavallo-vapore
ricavabile dall'energia idraulica locale è di sole cento
lire rispetto alle millecinquecento richieste dal cavallo–
vapore in carbon fossile importato. La recente inven–
zione, dovuta agli ingegneri Sommeiller, Grandis e
Grattoni, di « un nuovo organo di trasmissione della
forza motrice» ad aria compressa permetterebbe - an–
che per la «generosa» rinuncia degli inventori ai
propri diritti - di effettuarne
il
trasporto a grandi
distanze con poca spesa.
Naturalmente, nel quadro delle radica te convinzioni
liberistiche del ceto dirigente subalpino, il Luserna
afferma che il potere amministrativo non deve sosti–
tuirsi all'iniziativa privata. Egli avverte però i più
restii all'iniziativa pubblica che il Comune trarrebbe
anche vantaggi finanziari dal promuovere la raccolta
di nuova energia motrice, perché già esiste nella
città una notevole domanda di «salti d'acqua» e
perciò non sarà difficile vendere «la maggior forza
motrice che noi potremo produrre cogl'indicati mezzi»
a prezzo remunerativo per le finanze comupali. Le
sorti dell'industria torinese sono affidate infine dal
Luserna alle qualità dei « nostri operai, robusti, intel–
ligenti, attivi, morali, dotati di sentimenti d'ordine
e di disciplina ».
La risposta del Consiglio comunale alla relazione del
sindaco rivela con chiarezza che
il
problema centrale
è visto in tutta la sua importanza e difficoltà: viene
Infatti subito istituita una «Commissione incaricata
di studiare e proporre i mezzi di promuovere l'industria
nella città di Torino ». L'opinione pubblica che conta
concorda nella sostanza. Già il giorno precedente la
seduta del Consiglio, la «Gazzetta del Popolo» ha
lanciato un appello alla «classe manifatturiera» af–
finché collabori all'iniziativa del Comune per una
statistica industriale. Pochi giorni dopo, il 27 aprile,
il
medesimo giornale sottolinea con favore che il sindaco,
trattando nella sua relazione « dei mezzi di promuovere
il progresso delle industrie torinesi affinché il tra–
sferimento della sede del governo a Roma non abbia
conseguenze ruinose per la nostra città », « ha onorato
al cospetto d'Italia e d'Europa il carattere torinese ».
« Sì: Torino che ha sempre voluta la redenzione d 'Ita–
lia tanto all'indomani della sconfitta di Novara, quanto
all 'indomani della vittoria di San Martino; Torino che
non s'è lasciata abbattere da nessun rovescio, nè
inebriare dai prosperi successi; Torino che vuole
Vittorio Emanuele sul Campidoglio, benché questo
avvenimen to debba ridurla a città di provincia, Torino
attende filosoficamente colla usata sua abnegazione a
trovare il modo di porgere riparo ai danni materiali
che lo spostamento di tanti interessi le recherà inevi–
tabilmente. Questo riparo
è
indicato dal marchese Rorà
nei progressi dell'industria ».
Vantaggi permanenti
Per uno sviluppo industriale si pronunciano anche
altri giornali, fra i quali, ad esempio, « Il Commercio »,
che consiglia il Comune di concentrare le aziende in
una sola zona, quella di Valdocco, sfruttando la vici–
nanza della Dora, e di costruire per esse nuovi edi-
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