

che le cose stanno così, osservando l'or–
ganizzazione nel settore automobilistico
dove la produzione di massa è eviden–
te e dove, tuttavia, c'è ancora posto
persino per il carrozziere semiartigia–
naIe.
E
questo è solo un esempio. I
sostenitori della fondazione di una in–
dustria automobilistica nel Mezzogiorno
d'I talia argomentano giustamente che
essa favorirebbe la nascita di altre mi–
nori attività a corona, sarebbe un mo–
tivo di diffusione dell'industrializzazione
e uno stimolo allo spirito imprendito–
riale locale: il che conferma la nostra
tesi.
«
Un'altra tendenza dell'economia mo–
derna favorisce le piccole imprese: la
crescente importanza della domanda e
della offerta dei "servizi", ossia di
produzioni del cosidetto settore ter–
ziario. Infatti, l'industrializzazione non
è che una tappa dello sviluppo econo–
mico che culmina, poi, nella preminenza
del settore terziario, dove il piccolo
imprenditore trova un'ambiente che gli
è molto propizio . In un certo senso,
la grande industria risolve il problema
della "prima ricchezza", fornendo alle
masse prodotti fondamentali di serie,
a basso prezzo. Ma vi è, dopo, il tra–
guardo della "seconda ricchezza", più
esigente, basata su prodotti
-
princi–
palmente servizi
-
di qualità, differen–
ziati, nuovi, o rinnovati. I piccoli im–
prenditori sanno di poter contare su
di una clientela sempre più vasta che
ha tempo libero e soldi per divertirsi,
viaggiare, fare dello sport, istruzrsl,
procurarsi le piccole comodità
"
inven–
tate" per essa proprio dalla fantasia
dei piccoli imprenditori
».
Chiaramente il prof. Ricos sa ricono–
sce alle piccole imprese un ruolo fon–
damentale ed imprescindibile nell'eco–
nomia: questo però, non gli impedisce
di considerare le innumerevoli difficoltà
che sorgono in un'epoca in cui si tende
ad aumentare freneticamente le dimen–
sioni delle unità produttive per sfrut–
tare appieno i vantaggi che derivano
dalla legge della produttività crescente
del lavoro meccanico. Ricossa ha ri–
cordato come negli Stati Uniti sia stata
creava da qualche tempo, la «Small
Businnes Administration
»,
un ente pub–
blico che ha lo specifico compito di tu–
telare tutti gli interessi delle piccole
imprese.
« Ma
- ha proseguito Ricossa -
in
definitiva, la prosperità delle piccole
imprese è legata alla conservazione
negli uomini di un certo gusto per il
lavoro indipendente, per il rischio, il
cambiamento, l'originalità, la lotta con–
tro gli ostacoli, la concorrenza, e natu–
ralmente, alla conservazione di un am–
biente in cui tale gusto non sia troppo
mortificato, misconoscendo i meriti per–
sonali, tollerando privilegi ingiusti o
livellando le caratteristiche individuali
fino ad eliminare il sale della vita, che
è la varietà e l'imprevisto
».
I concetti espressi dal prof. Ricossa si
collegano direttamente a quello che
in economia passa sotto il nome di « ef–
fetto di Veblen
»,
ma che poi, in real–
tà ,
è
l'umano desiderio di differenziarsi
dalla massa, di possedere qualcosa che
sia «fuori-serie
»:
disposti naturalmen–
te a pagarne l'altro prezzo. Gli esempi
sono
innumerevoli :
daWautomobile
carrozzata in modo particolare al vesti–
to su misura, dal mobile d'artigianato
alle tovagl1e ricamate a mano. L'esisten–
za della piccola industria è quindi le–
gata, fra l'altro, all'insormontabile sen–
so dell'individualismo e all"altrettanto
sentito bisogno dell'uomo di differen–
ZIarSI.
Francesco Forte:
" ••• Ie plecole
aziende
sono
li
",1"'010
delle iuaprese
uaagglorl, .
uno scuola pre:losa
per
lo toruaa:lone
di energie
"uaprend"tor"a'"
e di quadri
speciali::atl"
Una delle linee di montaggio della Riber,
per la produzione di elettrodomestici
«Tutte le imprese cercano una dimen–
sione "ottimale "
- ha detto France–
sco Forte. -
Pensare quindi che solo
le macroimprese siano importanti per
il mercato e destinate al successo,
è
un errore. Le piccole imprese, poiché il
punto "ottimale" è in relazione all'at–
tività svolta e soprattutto ai costi, pos–
sono svolgere una loro propria fun–
zione sia come satelliti delle grandi
industrie, sia con la fornitura di deter–
minate produzioni nell'industria pesan–
te, in tutti i rami dell'industria legge–
ra e, specialmente nel settore terzia–
rio
».
« Guardiamo alle esperienze recenti
della nostra economia: interi settori
fra i più dinamici e i più efficienti, si
sono affermati nel giro di poco tempo,
mediante l'opera di piccole e medie im–
prese. Basterebbe ricordare il settore
degli elettrodomestici, il quale, non solo
ha dato considerevoli apporti all'au–
mento del prodotto nazionale, ma con–
tribuisce anche in modo rilevante alla
propagazione dello sviluppo economico
in aree prima scarsamente investite dal–
la industrializzazione ed alimenta forti
correnti del nostro commercio estero.
Non di rado la piccola impresa, via via,
si trasforma in media impresa e que–
sta, in grande impresa. Le imprese mi–
nori sono il vivavio dell'imprese mag–
giori e sono una scuola preziosa per la
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