

L'insediamento di un'azienda di
50-
100-200
dipendenti è il toccasana della
situazione. Ritengo che questo tipo di
insediamento sia poi essenziale per con–
tribuire alla soluzione del problema del
Mezzogiorno. Inoltre, la snellezza delle
strutture delt'azienda minore, consenten–
do facilità di sintesi e rapidità di deci–
sione, sta alla base della tempestività
con c'ui la piccola azienda è in genere
in grado di far fronte alle improvvise
commesse La piccola e media indu–
stria, poi, assolve ad un cempito non
trascurabile in uno Stato che vuol re,2-
lizzare una sicurezza sociale. Essa dà
infatti la prima occupazione alt'ex con–
tadino che si inserisce così nel mondo
industriale, con un trauma psicologico
nettamente inferiore a quello che su–
birebbe inserendosi nelle grandi orga–
nizzazioni, forzatamente più rigide e pe–
santi nella loro strutturazione discipli–
nare e funzionale interna.
La piccola industria assorbe altresì
quella maestranza che è psicologica–
mente incapace di inquadrarsi rapida–
mente ed utilmente nella grande orga–
nizzazione e che sarebbe, perciò, con–
dannata a confluire nel novero degli
eterni disadattati, se non trovasse que–
sto utile inserimento nel processo pro–
duttivo nazionale
» .
14
Riccordo B e rtolino:
" ••.spe tto olle
ossoc iodoni di
c ote 9orio 'orsi
pronaotrici
di
un'o: 'one na'ronte
od ottenere dallo
Stoto s9ro" i
fisc ali e "o"di
oiuti e cono'fla'ci"
Giulio Rocco:
'' ... l 'olto costo
fl e l d e nfu·o
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·fl,
l e ""fI,99io..·i
dilJic oltfà
c h e "'·0.,09"0'11,0
l 'esis t e n:o
d e lle piccole
e 'fIae d ie o:iende"
Di egual parere il geometra Bertolino,
il
quale ha precisato che
«le medie
e piccole industrie sono sempre esi–
stite ed attualmente sono in continuo
aumento
».
Il signor Rocco ritiene che
non si possa parlare di economia mo–
derna lasciando da parte la piccola e
media industria:
«Per dare un'idea più
precisa e per dimostrare tutta la vita–
lità del medio e piccolo imprenditore
- ha detto --
è sufficiente osservare
il mondo che ci circonda. Da una parte,
gli Stati Uniti con le loro grandi in–
dustrie integrate da una miriade di pic–
coli, e medi complessi; dall'altra, i pae–
si più arretrati che, se hanno delle in–
dustrie, posseggono solo le grandi. La
stessa Alfa-Sud potrà soffrire della man–
canza di piccole imprese satelliti».
Anche per il dotto Ottonello, il declino
della piccola e media industria
è
solo
apparente: in realtà, esistono produzio–
ni che meglio si adattano alle piccole
imprese, le quali hanno una particolare
flessibilità e capacità di adattamento alle
continue mutazioni ed esigenze del mer–
cato, di contro a certa rigidità ch'è pro–
pria della grande impresa.
Per l'ing. Catella così si prospetta il
problema:
«L'attuale struttura di una
economia in fase di avanzato sviluppo
industriale, mentre presenta concentra-
Luciono
OttoneIlo
:
" ...con lo coduto
delle borrie..·e
d090no" nel
MEC,
sorge lo necessità
di
uni"ornaore o
Ii"ello europeo,
il
ropporto tro ser"bi
socio" e oneri
socioli"
zioni di notevoli dimensioni per parti–
colari tipi di produzione a flusso con–
tinuo, offre, nel contempo, un'estesa
molteplicità di iniziative economiche
che, soddisfando i crescenti bisogni di
una moderna società, ne costituiscono
il tessuto economico. L'attuale situa–
zione nel futuro non subirà un sostan–
ziale mutamento, anzi, di frente ad una
fatale rigidità della grande produzione
di serie, si esalterà sempre di più la
caratteristica fondamentale della picco–
la e media impresa, cioè la sua ela–
sticità di fronte alla fluttuazione del
mercato
».
Il ruolo delle piccole imprese, secondo
il geom . Stroppiana,
è
quello di
« svolgere una precisa funzione nel–
l'ambito di quelle attività relative alla
produzione di quei beni e servizi che,
non rientrando nelle attività tipicamen–
te artigianali, né in quelle connesse
alle produzioni di grande serie, non
possono che essere adempiuti da im–
prese industriali di dimensio:1i inter–
medie
» .
Infine, afferma Stroppiana,
«non si può pensare come nella conti–
nua evoluzione delle tecniche e di fron–
te al moltiplicarsi dei bisogni. in una
società rispettosa delle fondamentali
caratteristiche dell'individuo, si possa
giungere ad una pianificazione di ogni
aspetto produttivo. La capacità di in-
Morio
CoteIlo
:
" ...in
toluni setto..·i
lo piccolo e naedio
industrio itoliono
ho uno suo
copocità
conapetiti"o e
persino supe..·iore
o quello di altri
poesi del
MEC"
trapresa di assunzione dei rischi, la
duttilità di fronte alle più disparate
esigenze, garantiscono alle piccole e
medie imprese non soltanto la soprav–
vivenza, ma il potenziamento ed una
maggiore diffusione nell'immediato fu–
turo
».
Concetti analoghi sono stati espressi
dal dotto Carmagnola, il quale ha rile–
vato che l'esperienza storica insegna
che
«la preconizzata fatale concentra–
zione delle imprese si è attuata solo
fino ad un certo punto, tant'è che an–
che nei paesi industriali più progrediti,
esistono e vivono armonicamente, l'una
accanto all'altra, grandi, medie e pic–
cole industrie
».
Anche
il
comm. Torretta riconosce alle
piccole e medie industrie una funzione
essenziale.
«Se è vero che le grandi in–
dustrie tendono a svolgere un ciclo com–
pleto di produzione in alcuni settori
(ad esempio quello siderurgico, elettri–
co, armatoriale), esse stesse esigono la
esistenza di piccoli e medi produttori
per l'allestimento degli impianti e per
i particolari della produzione. In tutti
i paesi più progrediti del mondo esisto–
no e prosperano le piccole imprese; in
I talia esse occupano tuttora circa il
60% dei lavoratori addetti all'indu·
stria
».