

formazione di energie imprenditoriali
e di quadri specializzati. Del resto il
progresso tecnico, mentre rende conve–
nienti e necessari in molti campi, le
grandi imprese, genera anche fattori
che dànno nuova vitalità e nuovi com–
piti alla piccola impresa. Nel nostro si–
stema economico, dunque, vi è posto
per imprese di ogni dimensione. Anche
le innovazioni del resto, sono spesso
dovute alla capacità creativa di opera–
tori di piccole dimensioni».
Sul delicato ed importantissimo proble.
ma delle «fusioni
»,
Forte si è cosÌ
espresso:
«Mi pare che si debbano di–
stinguere fusioni e fusioni. Innanzi tut–
to, le fusioni fra le piccole imprese sono
un fenomeno che ha un significato ben
diverso, per la competizione, delle fu–
sioni fra le p,randi imprese. Le prime,
in quanto danno vita ad unità di di·
mensioni maggiori, capaci di meglio
competere con le imprese più grosse,
rappresentano un fattore positivo per
la competizione e dovrebbero essere fa–
vorite. Le seconde, invece, in quanto
tendono a creare posizioni dominanti
sul mercato, rappresentano un pericolo
e vanno attentamente vagliate. Le fu –
sioni che hanno origine principalmente
in motivi di carattere finanziario, se
portano ad imperi economici di dimen–
sioni gigantesche, vanno ostacolate, sco–
raggiate, vietate
».
lO
B ....no Fantino:
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Nel ricordare le difficoltà a
CUi
vanno
incontro le imprese minori a causa del–
l'attuale sistema creditizio e delle
vi–
genti norme sulla tassazione,
il
praf.
Forte si è dichiarato favorevole ad una
attività dello Stato volta a rimuovere
gli ostacoli che si oppongono al cre–
dito, ma assolutamente contrario a qual–
siasi discriminazione fiscale sulla base
delle dimensioni aziendali, in quanto
priva di giustificazione economica.
II ruolo della piccola e media indu–
stria nell'economia moderna
è
stato
anche sottolineato dai rappresentanti
dei lavoratori. Bruno Fantino, consiglie–
re comunale e per molti anni sindacali–
sta della CISL, Giuseppe Raffo della
UIL e Sergio Garavini della CGIL cosi
si sono espressi:
Fantino:
«
Nell'economia moderna, la
piccola e la media industria coprono
uno spazio ben determinato ed assol–
vono ad un loro particolare ruolo. Se
è
vero, infatti. che la prospettiva è carat–
terizzata dalla concentrazione industria–
le,
è
altrettanto provato che le piccole
e medie aziende assicurano la necessa–
ria elasticità di riequilibrio e di lega–
mento al sistema economico. L'esisten–
za di fondo
è
rappresentata dalla forte
specializzazione e dall'efficienza tecnolo–
gica, elementi sui quali si misurerà
sempre più, la possibilità non solo di
Lo stabilimento della Stamperia Artistica Na–
zionale concepito con criteri di funzionalità
sopravvivenza, ma anche di sviluppo.
La funzione della piccola . e media in–
dustria
è
positiva anche sotto l'aspetto
sociale. Essa infatti, può assicurare la
necessaria articolazione produttiva e de–
cisionale, evitando che arbitri indiscus–
si dello sviluppo economico e della cre–
scita civile siano, sostanzialmente, come
nel passato, poche ma potentissime
((
baronie)) oligarchiche. Inoltre, l'impre–
sa minore può rappresentare una scuo–
la di imprenditorialità e di ((crescita ))
professionale dei lavoratori, in alterna–
tiva alla crescente burocratizzazione in–
dustriale che, di fatto, soffoca ogni pos–
sibilità di sviluppo della personalità
umana, emarginando sempre più il fat–
tore lavoro in ruoli subordinati e mec–
canici».
Per Fantino, dunque,
il
compito del–
la piccola e media industria è anche
quello di impedire
la
standardizzazione
del lavoratore,
il
quale, nei grandi com–
plessi, spesso
è
costretto a rinunciare
al1a sua personalità, sacrificata sull'al–
tare del processo produttivo meccaniz–
zato. Un ruolo, dunque, che ha carat–
teristiche sociali ben precise.
Trattando poi l'argomento delle diffi–
coltà di espansione che oggi la pic–
cola e media industria incontra, F'anti–
no ha detto:
« Le difficoltà sono molte.
Occorre in particolare sottolineare che