

G.
Stroppiana:
" •••associarsi
e unire
idee, volo'nto
e
sfor:a
per ragglu.Igere
una presen::a
elRcace
nella .,.,oderna
econo.,.,io"
Giovanni Dovls;
" •••il .,.,odesto
'otturato delle
piccole e .,.,edle
i""pres e, rende
dllRclli,
ssl.nosostenere
una buono
organl::::a::lone
di vendita"
Ca.olo Carnlagnola:
" ••.nel paesi
industriali
pl1;' progrediti
esisto.aoe
vivono
"1UIO acconto
all'a'
t.oagrondi,
.nedie e
piccole industtole"
Il comm. Dovis, limitando l'analisi al
settore dolciario in cui opera, ritiene
che le medie imprese abbiano poche
possibilità di sopravvivere, almeno con
risultati economici soddisfacenti, spe–
cialmente in vista del prossimo mercato
europeo; rimarranno invece le piccole
industrie a carattere artigi'anale e fa–
migliare.
«Infatti, con lo sviluppo della
tecnica
-
ha detto Dovis -
la pro–
duzione dolciaria viene oggi realizzata
con impianti notevolmente automatiz–
zati, il cui costo elevato obbliga l'impre–
sa a forti cifre di immobilizzo e richie–
de, per giustificarsi economicamente,
grandi produzioni e ampi volumi di
vendite. I noItre la spinta pubblicitaria
ottenuta con larghi mezzi, richiama la
attenzione e quindi la richiesta dei con–
sumatari, sulla produzione della grande
industria; l'organizzazione di vendita
ha assunto un carattere ((scientifico)) se–
condo le formule più moderne del
marketing e svolge il suo lavoro se–
condo piani precisi e severi, giungendo
a recepire tutta la clientela possibile,
con mezzi e argomenti ai quali difficil–
mente si è in grado di resistere; il co·
sto della manodopera non
è
riducibile
nel!a media industria, mentre forte è
l'incidenza delle spese generali e dif–
ficilissimo sostenere una buona organ."z–
zazione di vendita, date le modeste
quote a disposizione
».
Augusto Trussonl:
" •..ognl plceolo
e nledlo adendo
dovro predisporre
le eventuali
naodiRco::ionl
strutturali
secondo
le
proprie
copacit.;,
produttive"
In un più specifico esame della situa–
zione,
il
comm. Trusson i, ha detto:
«Vi sono piccole e medie aziende con
impianti altamente qualificati eh.? per
il limitato assorbimento dei loro pro·
dotti, non giustificano una dimensione
più vasta della loro attività. Queste
aziende, quindi, non saranno mai de–
stinate a scomparire. Vi sono però pic–
cole e medie aziende, retaggio di atti–
vità artigianali di
Url
tempo, che pro–
ducono articoli, specie nel campo me–
talmeccanico, in concorrenza con azien–
de di maggiori dimensioni, le
quc.liproducono a costi minori. Queste pic–
cole aziende, senza dubbio, sono de–
stinate a scomparire
o
a trasformare la
loro attività o a divenire aziende
StlS–
sidiarie
».
« Le industrie minori
-
ha dichiara–
to infine l'ing. Derossi -
continuano
ad avere un'importanza determinante
per lo sviluppo industriale, nel quale
esse incidono per una, percentuale, sia
per numero di ditte che di dipendenti,
superiore a quello delle industrie mag–
giori. A conferma di ciò, in America
. da molti anni, sono state emesse leggi
particolari per favorire lo sviluppo delle
industrie minori, obbligando le gralldi
industrie che assumono lavori per lo
Stato a destinare una quota, controlla–
ta da apposite commissioni, aUe piccole
Paolo Derossl;
" ••• Ie industrie
o
•
lO:Inor.
incidono nello
svnuppo
in,'ustri..le
per
un'alto percentuale
sia per
nu.ne1°0
di ditte
che di dipendenti"
e medie industrie. I n America, come
in Germania (e seppure in modo mi–
nore in Francia ed in Italia) , le grandi
industrie si valgono di decine di mi–
gliaia di sub-fornitori che sono medie
e piccole industrie. La grande indu–
stria ha ragione di esistere quando le
richieste di mercato esigono una forte
produzione e grossi impianti, mentre
tutto ciò che può essere eseguito in
serie da industrie minori, dev'essere
loro riservato
».
Dopo queste premesse di carattere ge–
nerale, occorreva affrontare i problemi
che incontrano oggi le piccole e medie
industrie. Per questo motivo, abbiamo
posto ai nostri intervistati
il
seguente
quesito:
« Premessa l'importanza sociale delle
piccole e medie imprese, quale ritiene
siano le difficoltà maggiori che possono
ostacolarne l'attività produttiva ed even–
tualmente opporsi alla loro esistenza?
».
Il problema così
è
stato affrontato dal
cav. Giovanni Gamba:
« In primo luogo
esiste un' insufficiente considerazione
normativa dei nostri problemi : quasi
sempre, le disposizioni legislative gra–
vano sulle nostre aziende con i mede–
simi criteri usati per le grandi imprese.
Questo ci mette in serie difficoltà . La
nòstra ((lira))
è
molto più determinante
per la nostra sopravvivenza di quan-
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