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luppo in modo da procedere organica–

mente in ogni direzione, eliminando

l'accentuarsi delle crisi, tanto di svi–

luppo, quanto di stasi della "curva" di

domanda del mercato. Il MEC

-

è

vero

-

imporrà dei notevoli sacrifici

alle piccole e medie industrie; è chia–

ro, però, che anch'esse dovranno essere

guidate nel loro evolversi con un piano

economico a livello nazionale ed a li–

vello regionale

».

Se.ogio

Ga..avini:

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Garavini:

«Non è affatto dimostrato

che le piccole aziende e, a maggior ra–

gione, le medie, siano destinate a scom–

parire; anzi in taluni settori dell'indu–

stria tessile, del!'abbigliamento, nella

stessa industria meccanica in determina–

te lavorazioni, le piccole unità produt–

tive mostrano addirittura un incremen–

to numerico positivo. Ma la persisten–

za o la espansione si connette, in certi

casi, alla sovrabbondanza sul mercato

della richiesta di lavoro e a condizioni

di sfruttamento particolare dei lavo–

ratori (bassi salari, evasioni contribu–

tive, straordinari fuori busta ecc.): con–

tro questi fenomeni bisogna combattere

12

perché le piccole aziende non devono

trovare la loro ragione di esistere a

prezzo di un trattamento inammissibile

per i lavoratori. Per altri aspetti, in–

vece, pare logico aiutare la vita di

queste imprese attraverso misure con–

sortili in grado di facilitare il rinnovo

delle attrezzature, la specializzazione

produttiva, l'introduzione dei nuovi ri–

trovati tecnici, la presenza sul mercato

nazionale ed estero . Il funzionamento

attuale degli istituti competenti

è

del

tutto deficente; le stesse organizzazioni

padronali, lige all'interpretazione più

restrittiva di tutte le norme contrat–

tuali e di legge verso i lavoratori, non

forniscono una reale assistenza tecnica

e di mercato e questa è una delle ra–

gioni del distacco di così larga parte

dei piccoli industriali della Confindu–

stria. Si tratta di problemi che dovreb–

bero essere risolti urgentemente anche

in vista delle scadenze doganali ael

MEC» .

«Fra gli strumenti di intervento

-

ha

proseguito Garavini -

una proposta

interessante

è

quella della Finanziaria

Regionale Pubblica, che oggi

è

"privata"

e al servizio delle grandi imprese, rispet–

to alle quali le piccole e medie aziende

hanno vitale interesse ad ottenere una

reale autonomia tecnologica, finanziaria».