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e per la cui decorazione

il

duca, perso–

nalmente, suggerì i soggetti dei dipinti,

le allegorie, i motti e perfino gli scom–

partimenti delle volte. Devastata da un

incendio disastroso

il

15 dico 1667, po–

scia ricostruita e riafIrescata dai fratelli

Fea di Chieri, arse nuovamente in capo

a dodici anni nel 1679. Ripristinata una

seconda volta venne definitivamente de–

molita sotto l'occupazione francese nel

1801. Né può omettersi un ulteriore ac–

cenno a quell'immensa

«Sala delle Pro–

vincie»,

sItuata al primo piano del ducale

palazzo, ove solevano svolgersi, come più

sopra si disse, le feste di corte, azioni

mimiche, favole boschereccie e, talvolta,

perfino finte battaglie navali come avven–

ne nell'anno 1611 con:

L'Espugnatione

dell'Isola di Cipro,

per la quale occasione

il

locale venne trasformato in piscina col

rovesciarvi le acque della fontana del

PO. Verso la fine del secolo, quando già

50

Da un disegno

di Filippo Juvarra

per le feste fatte in Torino

per il matrimonio

del principe di Piemonte.

La piazza antistante

il Palazzo Reale

è animata da carrozze,

dame e cavalieri.

Sulla porta d'ingresso

del padiglione

un addobbo con pinnacoli

e monogrammz

sormontati dalla corona

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La Galleria delle Arti prima dell'incendio.

Avrebbe dovuto collegare

il Palazzo Reale con il complesso

degli edifici destinati a comprendere

l'Accademia Militare, grandiose scuderie

e maneggi, e il futuro Teatro Regio

la corte ducale si era definitivamente tra–

sferita nell'odierno Palazzo Reale, e pre–

cisamente sotto la reggenza della duches–

sa Giovanna Battista (si veda a questo

proposito

il

denso e brillante volume di

Luciano Tamburini dedicato ai teatri to–

rinesi, che pone come data di riferimento

una nota di pagamento del 1675), la sala

veniva munita di un vero e proprio pro–

scenio e di ben quattro ordini di palchi

sì da potersi considerare un autentico

teatro che, inaugurato, (ed aperto al. pub–

blico), nel carnevale del 1681, col melo–

dramma

Lisimaco

(3)

diede l'avvio ad

una serie regolare di stagioni liriche, pas–

sate poi in retaggio al teatro Regio.

Ricordiamo, per curiosità, che la prima

rappresentazione melodrammatica realiz–

zata a Torino risale al 1612, anno in

cui venne eseguita (ovviamente) nel Pa–

lazzo di San Giovanni la

Zalizura,

frutto

della collaborazione di Ludovico d'Aglié

col musicista palermitano Sigismondo

d'India.

Successive coagulazioni

I più recenti studi di Marziano Bernardi

e di Nino Carboneri, condotti con rigo–

roso criterio filologico , hanno consentito

di appurare, lasciando ormai soltanto

qualche lieve zona d'ombra nella storia

edilizia della Reggia Torinese, come le