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Ammettiamo ora che la massa protoginica del M. Bianco e le rocce

che le stanno lateralmente si siano ripiegate in massa per semplice fatto

di pressioni laterali, che hanno prodotto la

struttura a ventaglio,

senza

«he siasi manifestato vero sollevamento in quell’ atto; è naturale che

all’azione premente dallo esterno verso l’interno, tale supponendone la

direzione, si contrapponesse una reazione dall’ interno verso l’esterno,

dovuta alla resistenza delle masse; quindi corrispondentemente al maggior

sviluppo trasversale del protogino le rocce esterne hanno maggiormente

sofferto della reazione, e si sono rotte in

chiusa.

Questa

chiusa

dovrebbe

di regola essere diretta in linea normale alla direzione delle masse spac­

cate, per conseguenza da Sud Est a Nord Ovest; conviene notare però

che la rottura non poteva non essere influenzata in primo luogo dal ge­

nerale andamento delle zone a Nord Est, in secondo luogo dal generale

inflettersi di tutte le masse avvicinantisi a Nord nella loro direzione;

questa duplice influenza ha deviato la linea di rottura od il piano di

rottura verso Nord. Ecco a parer nostro spiegato l’oscillare dell’andamento

della

chiusa

fra direzioni diverse, che quasi mai collimano colla normale

teorica, ma di poco se ne discostano, così noi troviamo la

chiusa

diretta

ad Ovest 30° Nord tra la Salle e Morgex, ad Ovest 8° Nord tra Morgex

e Pré-St-Didier, ad Ovest 69° Nord tra Pré-St-Didier e Courmayeur,

ed a Nord da Courmayeur alla confluenza delle due Dorè originarie.

Questa inevitabile lacerazione, questa

chiusa

dipendente dal meccanismo

di costituzione dei rilievi non è ammessibile siasi formata, come vor­

rebbe il Viollet le Due per opera sola dei ghiacci che provenivano dalla

vai Veni e dal Ferret, e fondendosi in una sola massa, seguitando la

risultante, o quasi, delle direzioni primitive scendevano per l’attuale

valle di Aosta. Siasi l’apertura fatta prima o dopo il

periodo glaciale

tra il monte Chétif ed il monte de la Saxe essa lo fu per lacerazione,

rottura violenta e non per azione erodente dei ghiacci. Infatti ove la

diga rocciosa fosse stata dapprima opposta al passaggio dei ghiacci, ivi

avrebbe presentato una resistenza tanto forte che sarebbe stato molto

più agevole pei due ghiacciai di vai Veni e di vai Ferret aprirsi due

valichi per erosione, l’uno tra le rocce meno resistenti e più basse del

colle Chécouri, l’altro tra le rocce meno resistenti del colle tra la Ber-

nada e il M. de la Saxe, ed allora la confluenza delle due Dorè si sa­

rebbe fatta non ad Entréves ma a Courmayeur. Eppoi siamo d’avviso

che a spaccatura è dovuta la

chiusa

non ad erosione glaciale, e prima

dell’invasione glaciale stessa; mancano del resto le tracce di questa

sì profonda ed ampia usura glaciale.

I

valloni di Chapy e Verrand da un lato, quelli di Dolonne e del-

l’Arp dall’altro sono valloni di

comba

e di erosione, cioè rispondenti

DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO

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