

344
PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA
Da alcuni geologi suolsi considerare come attuale, modesto, unico
rappresentante deH’enorme ghiacciaio di quei tempi, il ghiacciaio della
Brenwa, forse per essere disposto in corrente allungata e ristretta nella
sua parte inferiore, colla coda terminale vicinissima alla imboccatura del
thalweg
di valle d’Aosta.
A noi pare però che non si debba attribuire tale onore al ghiacciaio
della Brenwa, giacche nel
periodo glaciale
enorme era la massa della
corrente che, formata in alto della vai Veni, giungeva alla base del Mont
Chétif, e colà riceveva come affluente il ghiacciaio corrispondente al
l’attuale della Brenwa. La corrente principale era di tanto elevata di
livello che riusciva al piede delle rupi di Pierre Moulin, donde oggidì
si precipita in cascata il ghiacciaio della Brenwa, per conseguenza l’an-
tuale coda di esso ghiacciaio non esisteva.
Noi possiamo ricostrurre l’antico ghiacciaio tenendo conto delle tracce
da lui lasciate sotto forma di
morene
e di rocce levigate. Le
morene
antiche
a vero dire sono scarsamente rappresentate, giacché pochi e ri
stretti erano in allora i rilievi di roccia che riuscivano ad emergere
dall’immenso manto di ghiaccio. Passiamo in rapida rivista le località
ove incontrammo tracce di queste formazioni
moreniche antiche.
In vi
cinanza di Pré St-Didier ed in alto della salita per cui passa la via
al Piccolo San Bernardo troviamo imponente
morena antica
, i cui ma
teriali appartengono alla catena del M. Bianco ed alle montagne del
ghiacciaio del Rutor; essa è per conseguenza il risultato dell’azione di
trasporto del ghiacciaio maestro di valle di Aosta e dell’affluente di
valle della Thuille.
La grande piattaforma detrítica che sulla sinistra della Baltea porta
i villaggi di Palusieux, Yerrand e Courmayeur non è altro che una im
mensa morena più o meno svisata nella sua conformazione originaria
per opera delle acque correnti, ed obliterata superficialmente in parte
da cumuli di detriti rovinati per frana dalla costiera di M. Cormet; dove
però questi agenti posteriori non hanno distrutto i caratteri originarii
noi vediamo mantenuta la configurazione di
morena
e possiamo ammi
rare di tanto in tanto degli imponenti massi erratici di protogino del
M. Bianco; così nel bacino di Courmayeur, allo sbocco della comba di
Chapy. Sulla destra della Baltea i rivestimenti
morenici
provenienti
dalla catena del M. Bianco si trovano alle case di Planej alla base del
M. Brisetta. Ivi nella località Arpetta, gli strati calcarei furono tagliati
ed abrasi dall’attrito della massa glaciale, indi ricoperti di
morenico,
che di tanto in tanto rivela dei frammenti di protogino. Nel bacino di
Dolonne troviamo ancora rappresentato il
morenico
più o meno modi
ficato superficialmente da posteriori azioni erodenti della Dora e del tor-