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PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA

ciaio ; tutto il bacino era ricolmo di ghiaccio fino all’altezza del clinale, ed

emergevano appena come piccolissimi isolotti le punte delle Pyramides

Cascaires. A questa prima massa di ghiaccio, animata già da un movi­

mento di discesa, si unirono affluenti i tre ghiacciai dei Mottets, dell’Estel-

lette e dell’Allée Bianche, che colla loro massa obbligavano la corrente

principale, ben più modesta, a risalire sul versante Sud Est fino a

circa 2500 metri ; i tre ghiacciai summenzionati dovevano riunirsi per

molte comunicazioni, e forse formavano un solo mantello di ghiaccio da

cui emergeva come isola la vetta dell’Aiguille d’Estellette. L ’azione ero­

dente di questo primo tratto del ghiacciaio di vai Yeni esercitandosi sopra

le rocce tenere schistose del

thalweg

, si scavavano il bacino dei cliàlets del-

l’Allée Bianche ; e sotto a questi, trovando le testate di rocce calcari e

schistose poco resistenti, si formava un alveo profondo ed ampio fino al

termine della vai Veni sotto a M. Chétif.

Intanto un formidabile contingente di ghiaccio riceveva la corrente

principale dal vallone di Miage, al quale ghiacciaio si univano lateral­

mente a destra il ghiacciaio dell’Allée Bianche sulle rocce di M. Sue,

a sinistra il complesso ghiacciaio formato da quelli di Brouillard, di

Chàtelet e di Fresnay riuniti in un sol corpo. Per quanto più ab­

bondanti fossero i ghiacci nell’alto del vallone del Miage, crediamo

però che emergessero dal manto glaciale quegli stessi contrafforti che

emergono attualmente, meno lunghi, più ristretti, è vero, ma non di

gran che diversamente dal come si presentano oggidì. La forte spinta

che la corrente glaciale di vai Yeni doveva ricevere dai grandi af­

fluenti di sinistra la obbligava a risalire fino a 2200 metri di altitu­

dine sul versante Sud-Est in corrispondenza della costiera di Pétéret. Il

Viollet le Due trovando sul versante del M. Bianco rocce levigate fino

ad oltre 2300 metri all’Aiguille du Chàtelet fu troppo facile ad ammettere

che ad un’altitudine superiore a 2300 metri dovesse portarsi il livello del

ghiacciaio sull’opposto versante ; quelle rocce levigate così in alto della

catena del M. Bianco devono la loro levigatura non tanto all’attrito della

corrente principale, quanto a quello delle masse glaciali di Fresnay e di

Brouillard, che si fondevano assieme lateralmente prima di raggiungere la

corrente principale. Anzi possiamo dire che le rocce levigate allo sbocco

dei valloni scendenti dal Monte Bianco lo sono per opera esclusiva dei

ghiacciai affluenti ; difatti la disposizione dei dossi levigati rileva perfet­

tamente un’azione di attrito dall’alto al basso nel senso dei valloni e non

parallelamente al corso della vai Veni; inoltre mentre quest’azione di le­

vigazione si presenta come molto energica in alto, dove i ghiacciai secon­

darii erano ancora individualizzati, in basso corrispondentemente allo

spessore della corrente principale, le tracce di levigazione o sono nulle od