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PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA

falda alpina, a preludio di maggiori lembi che si fanno più frequenti

ad oriente della provincia torinese.

Nei colli torinesi i terreni

cenozoici

rappresentano il sèguito di quelli

che addossandosi a terreni più antichi rimontano sul versante setten­

trionale dell’Appennino Ligure e delle

Alpi Marittime

, costituendosi

in amplissima sella coi lembi rialzati a Nord ed a Sud, a Nord con

inclinazione meridionale più sentita e colla complicazione di uno e due

anticlinali diretti in massima Ovest-Est.

Un anticlinale risponde ad una linea Torino-Gassino; desso prolun­

gandosi ad Est si bifida in due anticlinali, l’uno diretto verso Brusasco,

l ’altro verso Marmorito, questo fuori del territorio provinciale. In rispon­

denza agli anticlinali compaiono i più antichi rappresentanti

cenozoicir

cui si addossano in ordine dal più al meno antico gli altri termini

della serie.

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più antico periodo

cenozoico

è rappresentato dall

'eocene,

del quale

si rivela il

bartoniano

, più antico piano dell’eoccwe

superiore

, sotto forma

di calcare brecciforme a foraminiferi ed a marne argillose, scagliose nei

pressi di Gassino, ed il

liguriano

meno antico del precedente, rappre­

sentato da calcari

alberesi

con marne argillose, lapidee, analoghe ai

ga­

lestri

dei toscani a Brusasco. Come periodo di passaggio al

miocene

abbiamo l

’oligocene

rappresentato dai due piani,

tongriano,

inferiore, ed

aquitaniano,

superiore, che quasi sempre rivestono gli affioramenti

eo­

cenici;

questo

oligocene

è rappresentato essenzialmente da conglomerati,

marne e sabbie agglutinate o molasse; gli elementi dei conglomerati

sono in predominanza di provenienza alpina, non mancano però anche rap­

presentanti di rocce appenniniche e ciottoli di calcare

alberese

, che po­

trebbero provenire anche da sfacelo delle isole

liguriane

eventualmente

emerse durante il deporsi del

tongriano

e

faWaquitaniano.

Fanno sèguito i terreni del

periodo miocenico

, rappresentati dai piani

langhiano, elveziano

,

tortoniano

e

messiniano,

quest’ultimo considerata

come termine di passaggio al

cenozoico superiore.

Il

langhiano

è in

istrette zone addossanti

&\Yoligocene,

di marne fìssili, dure con fossili

marini e filliti;

Velveziano

ampiamente sviluppato è formato di marne, mo­

lasse e conglomerati ad elementi talora enormi di provenienza alpina; i

grossi massi isolati che si incontrano nelle colline sarebbero dovuti,secondo

il Gastaldi, ad erratici trasportati in alto mare da zattere di ghiaccio

staccatesi dai ghiacciai alpini

miocenici;

queste zattere liquefacendosi

abbandonarono i massi, che cogli elementi ciottolosi avrebbero con­

tribuito alla formazione dei conglomerati; il

tortoniano

anche esso in

istretta zona è rappresentato da marne, sabbie cenerognole chiare o giallo­

gnole; il

messiniano

sarebbe in fascie assai ristrette di marne chiare,