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406

PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA

di ritirata da essi eseguita, epperò questo tratto di

quaternario

è piut­

tosto di passaggio tra

Vantico

ed il

recente,

giacché mentre i ghiacci

battevano in ritirata, già le correnti acquee incidevano e scavavano in

alvei e

diluvium

e

morene.

Ancora al

quaternario antico

dobbiamo ascrivere l ’inizio della for­

mazione del

loess

tanto nelle colline torinesi, quanto in alcuni tratti

della pianura in rapporto colle

formazioni glaciali

, come pure al

qua­

ternario antico

e più specialmente al

diluvium

o

antico

o

recente

dovremo

riferire i conglomerati sottogiacenti al

loess

collinesco originatisi sul

principio della grande fase

quaternaria

, caratterizzata da fortissime pre­

cipitazioni meteoriche.

Al

quaternario antico

nel passaggio al

quaternario recente

devonsi rife­

rire ancora la formazione di bacini lacustri,

inter

ed

intramorenici

in

parte poscia trasformati in torbiere, e le

alluvioni glaciali

entro le valli

alpine.

Il

quaternario antico

risponderebbe forse al

fossaniano

del Sacco,

certamente al

villafranchiano

per la parte di origine appenninica ed al

sahariano

in parte. .

Al

quaternario recente

rispondente al

ierrazziano

del Sacco ed all’aZ-

luvium

dovremo riferire:

Le ultime

morene

intraalpine formate da ghiacciai prima di raggiun­

gere, ritirandosi, i limiti loro attuali, e le

morene

che furono costrutte

nel

periodo storico,

e si creano oggidì, considerando il

quaternario re­

cente

in corso di attività ;

Le

alluvioni glaciali

ultime rispondenti al ritiro dei ghiacciai, e quelle

storiche

ed

attuali;

Le

alluvioni

in genere formatesi in varii tempi dopo il ritiro dei

ghiacciai nei limiti loro attuali, che ricoprirono le terrazze di escava-

zione fluvio-torrentizia nel

diluvium antico

o

recente,

nel

morenico antico;

La parte più giovane della formazione dei

loess,

tanto nelle regioni

di collina che in quelle di pianura;

I

delta

alluvionali

che ricolmarono dopo il ritiro dei ghiacciai i ba­

cini lacustri da questi ghiacciai lasciati o in conche scavate nelle rocce,

ovvero

intermoreniche

ed

intramoreniche ;

Le torbiere che parimenti dopo il ritiro dei ghiacciai hanno invaso

o ricolmi bacini lacustri poco profondi ;

I coni di deiezione

recenti

o in via di formazione;

Gli accumuli di frana, i

Clappeys

o

cassère,

gli ammassi di scoscen­

dimenti montuosi;

I rivestimenti tufacei per le acque calcarifere, come quello ad esempio

della Touriassa al Piccolo San Bernardo ancora in piena attività ;