Table of Contents Table of Contents
Previous Page  425 / 762 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 425 / 762 Next Page
Page Background

lui il concetto di origine da sfacelo nei terreni marnosi

miocenici

della

eollina torinese, ed accumulo del prodotto finissimo di questo sfacelo in

ammanto nelle regioni inferiori. Dal 1861, anno in cui il Gastaldi per­

sisteva, come scrisse il Sacco, a considerare il

loess

come un deposito

estraneo alla collina, a venire al 1879, anno nel quale fu sventura della

scienza la sua morte, il Gastaldi ebbe tempo ed agio ad affermarsi nel

concetto genetico del

loess

quale esponemmo più sopra; distratto dagli

studi alpini non si occupò più guari della collina torinese, ma se ciò

avesse fatto, certamente nelle sue pubblicazioni questo concetto sarebbe

venuto in luce. La genesi del

loess

per l’ istesso meccanismo si trova

esposta dal De Lapparent nel suo

Traité de Géologie

pubblicato nel 1882.

Nel periodo delle forti precipitazioni atmosferiche che facevano discen­

dere dalle Alpi

diluvium antico

e

diluvium recente,

e che davano ali­

mento alle masse

glaciali

che raggiunsero la valle padana, identico

fenomeno doveva avvenire in iscala ridotta sulle nostre colline torinesi.

Dapprima violente discese d’acque hanno trascinato abbasso ciottoli, sabbie

e melme che, raggiunta la bassa falda collinesca, costituirono i conglo­

merati innestantisi col

diluvium

proveniente dalle Alpi, giacché tutto

quanto si aveva di fino venne trascinato in prima dalle acque collinesche,

poi da quelle

diluviali

della valle padana, cui le prime giungevano come

affluenti; così rimasero di quel primo periodo, rispondente al

preglaciale,

a testimoni i soli conglomerati

antichi

formati coi ciottoli di sfacelo dei

conglomerati

miocenici

della collina; sabbia e melma in grandissima

parte furono asportate. Coll’indebolirsi delle precipitazioni atmosferiche

il lavoro di discesa dei materiali fu sempre meno energico e più che

a vere correnti fu dovuto a veli di acqua scorrenti superficialmente; ed

infatti il vero

loess

non è prodotto di trasporto torrentizio.(Supponiamo

uno sfacelo rapido e completo delle marne

mioceniche

ed il trasporlo

del prodotto di sfacelo per opera di correnti; queste abbandoneranno

lungo il corso, sui fianchi di esso delle alluvioni argilloso-calcaree, sab­

biose, grige, come grige sono le marne esse stesse costituite da argilla,

calcare e sabbia fina; ma il color grigio di queste alluvioni Tubefacendosi

od ingiallendo superficialmente rimarrà conservato a poca profondità dalla

superfice, giacché impedito l’accesso dell’ossigeno atmosferico non si pro­

durrà trasformazione del protossido di ferro, cui è dovuta la tinta grigia,

in sesquiossido e sesquiossido idrato per l ’azione cumulativa dell’ossigeno

e dell’acqua. Per deposito di corrente si sarà formato la sabbia marnosa,

argillosa, grigia che in alcuni punti si verifica al disotto del

loess,

punti

indicati con cura nel lavoro del Sacco. Ma il

loess

o si formò succes­

sivamente in rivestimenti così sottili che permettevano il libero agire

dell’ossigeno atmosferico per la sovraossidazione, o la sovraossidazione av-

B

abktti

,

Geologia della proc. di Torino.

26

DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO

401