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PARTE III — GEOLOGIA ECONOMICA
circa 800 metri al passo di Susa, ai Morelli, dove la strada nazionale
del Monginevvo sottopassa alla ferroviaria.
Questo rapido dislivello sopra una orizzontale di appena due chilo
metri è superato dalla strada nominata con numerosi serpeggiamenti
tra i poggi rocciosi a vigneti sovraincombenti alla città di Susa. La
specie di varco per il quale la nazionale penetra nel tratto di valle in
questione è fiancheggiato dalle rupi di Gravere e del monte Morone,
che riunite in diga obbligano le acque del bacino di Gravere a versare
nella Dora quasi di fronte allo sbocco della Clarea, piuttosto che per
la più breve a valle di Susa. La via romana alle Gallie teneva lo stesso
tracciato ed entrava nel bacino di Chiomonte per il valico accennato.
Si comprende dal premesso come tale località abbia ad essere stata
teatro di lotte acerrime, essendo acconcia per la difesa della bassa valle
di Susa contro il nemico invasore scendente dall’alta vallata, e di quale
pericolo sarebbe per l’ Italia il possesso dell’ alta valle Susina per
parte della Francia come si verificò fino al 1719, anno in cui si con
chiuse la famosa pace di Utrecht. Allo stringersi del bacino di Chio
monte verso monte sta il borgo che ha dato il nome e che in altri tempi
si trovava sulla sinistra della Dora, distrutto per vicende di guerre e
di tempi piuttosto che per opera del fiume, giacché l’ubicazione antica
non poteva di certo essere presso il corso della Dora ivi profondamente
incassata fra le rupi. La via romana probabilmente, nè si hanno dati
precisi al riguardo, doveva attraversare la Dora e risalire la valle sulla
sinistra e raggiungere Exilles per le borgate di Ruinas, Molière e Rif
situate in una specie di ripiegatura o solco nel versante sinistro. L’at
tuale strada di Chiomonte costeggia su terrazze
moreniche
e piatta
forme rocciose il versante destro in condizione molto precaria di sta
bilità e per l’impeto dei torrenti-canali dall’alto, e per l’eventualità di
valanghe, e per il possibile franamento della base stradale là ove sta su
lembi
morenici;
giunge ad Exilles dopo valicata la Dora nel solco
interposto tra l’isola rocciosa del forte e le rupi del versante sinistro.
Oltrepassato lo sbocco della Galambra si affronta una ripida salita, prima
in roccia, poi in
morena
e si giunge al piano di Salbertrand; in questo
tratto sono a temersi e gli scoscendimenti del
morenico
e le valanghe
invernali, come si ebbe esempio negli ultimi anni.
Da Salbertrand ad Oulx la valle si mostra ad ampio bacino ricolmo
dalle pianeggianti alluvioni della Dora Riparia e della Bardonecchia.
L’abbondanza delle acque sorgenti dalle dette alluvioni rende poco sicuro
il tragitto nel basso di questa pianura, oltre che il vagabondo ed incerto
corso della Dora, il cui alveo occupa quasi per intero l’ampiezza del
bacino da Salbertrand a Pont Ventoux.