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DELLA PROVINCIA DI TORINO

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ricordare. L ’influenza delle riserve nevose è generale sull’area montuosa ;

quella dei ghiacciai, nel senso dell’alimentazione di corsi d’acqua, è

limitata alle valli ed ai valloni; quindi mentre ogni torrente, ogni si­

stema idraulico sotterraneo può ricevere alimento dalle riserve nevose,

i ghiacciai più specialmente si limitano ad alimentare torrenti super­

ficiali. Nè crediamo altro doversi aggiungere nello studio delle riserve

nevose e glaciali.

Le riserve di acque correnti presentano il massimo di mobilità fra

le altre, e quindi per essere utilizzate a tempo e luogo opportuno vanno

o arrestate o rallentate nel loro movimento di discesa, o deviate per

mezzo di canali che diramantisi a diversi livelli possano condurre le

acque istesse a terre inferiori di livello e latistanti più o meno lontane.

L’alimentazione, come è facile comprendere, di esse correnti è molto

complessa; ad esse concorrono: I o le acque di scorrimento superficiale;

2° quelle di fusione di nevi e di ghiacciai; 3° quelle derivanti da sor­

genti e scoli da versanti laterali ; 4° le acque uscenti da bacini lacustri

occupanti i capi di valli e valloni. Le acque di scorrimento sono il su­

perfluo del quantitativo dell’acqua piovana detratto quanto è assorbito

dal terreno e dalle rocce, è usufruito dagli organismi, specialmente ve­

getali, ed è eliminato per evaporazione. L’assorbimento per parte del

terreno dipende essenzialmente dalla natura delle rocce e del materiale

detrítico dell’area su cui lo scorrimento avviene ; i materiali detritici

sono in genere, astrazione fatta per le

morene

non in isfacelo, più as­

sorbenti delle rocce in posto e queste presentano diversa attitudine ad

assorbire l’acqua a seconda se più o meno permeabili; la perdita di

acqua per penetrazione nella profondità è varia ancora a seconda la

maggiore o minor ampiezza delle soluzioni di continuità nelle masse

rocciose, o per rottura o per stratificazione, dipendentemente dalla na­

tura delle roccie e dalla

tettonica

, risultato dei movimenti a cui anda­

rono soggette; la perdita di acqua per penetrazione nella profondità è

ancora in rapporto colla pendenza della superficie scolante, in genere

maggiore quanto minore è la pendenza, del che quando discorreremo

delle condizioni dipendenti dalle accidentalità di superficie.

Non occorre qui trattare della quota perduta per sottrazione per opera

di vegetali e per evaporazione; in genere i versanti imboschiti e coperti

di vegetazione elimineranno maggiore quantità di acqua piovana ; l’eva­

porazione è in rapporto colla temperatura, coll’esposizione, colla fre­

quenza dei venti, col pendio più o meno ripido, giacché a maggior

temperatura risponde maggior quota di evaporazione, all’esposizione ri­

spondono varianti di temperatura e di azione evaporante dei venti;

questi se più o meno frequenti, più o meno duraturi, meno o più umidi,