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PARTE III — GEOLOGIA ECONOMICA
sostituirsi alla paiola
valanga
quella di
lavina
, che proviene dal latino
labi
, scivolare, tanto più che
valanga
deve essere un corruttivo per me-
tatasi della parola
lavanga
, ancora conservato in
lavenca, lavencia
nei
nostri dialetti alpini.
Le riserve nevose, come anche le glaciali coperte in inverno di neve,
aumentano poi durante tutto l’anno, per una facoltà loro propria di
assorbire ed incorporarsi l’umidità atmosferica, tanto più quanto più di
recente caduta è la neve; epperò l’aria sopra la superficie di neve re
cente e sui ghiacciai ricoperti di neve fresca è molto asciutta ed atta
ad assorbire l ’ acqua ove la incontra, donde le ustioni della pelle del
viso che soffrono gli escursionisti sui ghiacciai ed in montagna d’in
verno impropriamente attribuite al riverbero di calore per parte della
neve ; la sensazione di calore che si soffre non è dovuta ad un vero
aumento di temperatura, tanto meno d’ inverno, ma alla infiammazione
del tessuto cutaneo superficiale, che è in via di disorganizzazione pel
fatto della ustione preaccennata.
Le riserve nevose concorrono con la loro fusione alla alimentazione
del torrente della valle o vallone ove non esistono ghiacciai di fondo
valle, i
gletschers,
ghiacciai veri, o di 1° ordine; concorrono alla ali
mentazione per infiltrazione delle acque di fusione nelle masse detri-
ticlie allo approvigionamento di filetti, vene, veli, livelli d’acqua che
scendenti lentamente a valle in quelle masse detritiche dànno poi per
naturale efflusso le sorgive, anch’esse fornitrici di acque ai torrenti, e
concorrono all’alimentazione delle vene e falde acquee che infiltrandosi
tra roccia viva e ammassi detritici scendono ancor esse a valle ed ap
paiono frequentemente sotto forma di sorgenti. In questo ultimo caso
possono avvenire scoscendimenti se il continuo passaggio di acqua tra
la roccia e la massa detritica distrugge poco alla volta l’unione che tra
esse esisteva. L’acqua di fusione delle riserve nevose penetra ancora
nelle screpolature delle roccie, nei piani d’interstratificazione e mentre
alimenta così vene profonde acquifere, che possono anche ritornare a
giorno più in basso, contribuisce potentemente col gelo e disgelo alla
degradazione superficiale delle rocce stesse.
Le riserve nevose sono immobili, invece le glaciali sono dotate di
un movimento di discesa a valle e suscettibili di allungamento e rae-
corciamento, di aumento e di diminuzione in larghezza e spessore,
varianti in dipendenza di variazioni di alimentazione e di
ablazione
(fusione superficiale) che avvengono e si verificano in periodi non rego
lari di più anni consecutivi; le nevose invece hanno generalmente una
vita breve, puramente annuale ; le glaciali provengono dalle nevose per
quei fatti che dànno origine ai ghiacciai e che qui sarebbe inutile il