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DEI,LA PROVINCIA DI TORINO

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siamo vedere quali conseguenze provengano da questa ripartizione di

pioggie e nevi. La caduta di pioggie è quindi dominante per il territorio

compreso tra i 200 e i 2000 metri sul livello marino, cioè tra le medie

temperature annue di 12° e di 2°, facendosi dominante la caduta di nevi

dai 2000 in su, cioè dalla media annuale di 2° e quella molto più bassa

corrispondente alle maggiori altezze; conviene però notare come dai

3200 e 3300 metri in su la precipitazione atmosferica diminuisca di

molto, dipendendo ciò dal fatto che l'origine dei vapori condensabili,

sia per evaporazione diretta locale superficiale, che per trasporto per

opera di venti, sta ad un limite altimetrico inferiore alla elevazione

citata; e venendo alla constatazione di ciò, nella nostra Provincia tro­

viamo che i venti umidi arrivanti al versante alpino risalgono questo

versante, ma per l’ abbassamento generale di temperatura si scaricano

dei vapori prima come pioggia, poi come neve e quando giungono a

maggiori altezze sono completamente asciutti, sia per l’abbassamento di

temperatura incontrato, sia ancor per ciò che dilatandosi, rarefacendosi,

le masse d’aria si raffreddano, ed i vapori passano allo stato di pioggia

o di neve. Da questo fatto proviene che entro limiti altimetrici non su­

periori ai 600 e 700 metri la quantità di precipitazione meteorica sta

entro il limite di millimetri 900 a 1000; più in su lo scarico dell’u­

midità atmosferica cresce in intensità, e si può giungere fino ai 2000

millimetri ; più in alto ancora la precipitazione decresce fino ad essere

quasi nulla ai 4000 metri. Quando forti correnti atmosferiche molto

umide giungono per più giorni di seguito al versante alpino, allora non

solo abbiamo pioggie abbondanti in basso, ma benanco nevicate copiose in

alto, ma solamente fino ad un certo limite variabile secondo i casi, e può

verificarsi che mentre le alte valli ed i versanti a modeste altezze mon­

tane si ammantano di potenti strati nevosi le alte vette, i clinali più

elevati ricevano pochissima precipitazione nevosa; nel 1885 in gennaio

una forte corrente umida risalì la valle del Po, infilando le valli aperte

all’Est, tra queste quella di Susa, si scaricò di un’enorme quantità di

neve che raggiunse lo spessore di 2,50 a 3 metri fino ai 1100 metri, a

Salbertrand ed Oulx, mentre a Bardonecchia, a soli 200 metri più in

alto lo spessore si riduceva a metri 1,20. La neve che cade entro mo­

desti limiti di elevazione è piuttosto umida, ma quella che cade a

grande elevazione è fina, polverulenta, epperò non dobbiamo farci un

esagerato concetto della quota di precipitazione meteorica quando tro­

viamo consegnati nei trattati e nelle relazioni i 5, 10, 15, 17 metri di

neve annuale nelle alte regioni alpine, giacché quella neve si riduce a

molto minor spessore liquefacendosi ; ogni metro di neve in quelle con­

dizioni corrisponde ad 8 a 9 centimetri d’acqua, cosicché i 5, 10, 15, 17