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PARTE III — GEOLOGIA ECONOMICA
metri di neve si riducono a metri 0,45, 0,90, 1,35, 1,52 di acqua.
Dal premesso possiamo già trarre la conclusione che il territorio pro
vinciale torinese è in buone condizioni di approvigionamento acqueo per
opera delle precipitazioni atmosferiche, in quanto che occupando l’angolo
Nord Ovest della catena alpina questa si trova pronta ad arrestare i
venti dall’Est e dal Sud che dall’Adriatico e lungo la valle padana e
dal Mediterraneo scavalcando l ’Appennino recano un'abbondante riserva
di vapori condensabili in pioggie od in nevi.
Ma, ritornando alla ripartizione di pioggie o nevi, noi dobbiamo no
tare come altamente benefico il fatto per cui le pioggie cadendo nelle
regioni meno elevate ritrovano, e sui fianchi montuosi e nelle bassure
di valle, potenti accumuli detritici atti ad assorbire e conservare in ri
serve sotterranee parte di quest’acqua piovana, mentre la neve negli alti
circhi e nelle origini vallive e sugli elevati versanti, ove le acque di
pioggia non si arresterebbero per la nudità delle rocce, si accumulano
costituendo riserve atte a fornire acqua durante i mesi più caldi del
l’anno per loro liquefazione. Vediamo subito quanto diversa sia la con
dizione della nostra Provincia a petto di quella dei paesi situati al piede
di catene montane sulle quali, o per bassa latitudine o per minor ele
vazione, non si formano le riserve di acqua allo stato solido ; in queste
regioni montane avremo rovinii disastrosi di acque durante le stagioni
piovose , ed aridità quasi assoluta durante le stagioni secche; ed in
fatti i fiumi-torrenti appenninici si comportano ben diversamente dai
fiumi-torrenti alpini; quelli hanno scarti enormi tra le massime e le
minime portate, questi presentano minore disuguaglianza di portata;
i primi hanno le maggiori portate ordinarie e straordinarie nelle sta
gioni istesse in cui cade in quantità la pioggia, epperò la loro grande
portata è inutile per le sottostanti regioni basse, e le minime quando
appunto fanno difetto le acque di irrigazione per le pianure, i secondi
invece hanno portate relativamente minori d’inverno, e d’estate la loro
portata aumenta quando appunto più imperioso si risente il bisogno di
acque; durante la primavera e l’autunno poi questi ultimi non presen
tano quello straordinario aumento che verificasi nelle portate dei fiumi
appenninici, giacché in alto la precipitazione atmosferica è nevosa e non
liquida, epperò non concorre ad aumentare la portata della corrente che
la sola precipitazione piovosa inferiore.
Abbiamo in conseguenza a benefizio dell’agricoltura un triplice modo
naturale di immagazzinamento delle acque di precipitazione meteorica:
1° riserve nevose-glaciali; 2° correnti raccoglienti le acque di deflusso su
perficiale di semplice precipitazione piovosa; 3° riserve sotterranee che
possono essere utilizzate in più basse regioni con estrazioni naturali od