

D ISCORSO l'I S. I . ItlN IT O MCSSO
I.INI
7 3
vute ai tumori maligni. Qui la regione più
colpita è la Toscana; la meno colpita, for
tunatamente, è la Sardegna, la quale Sar
degna paga però un tributo tristissimo e
amplissimo alla malaria.
Le cifre assolute dei morti per malaria
non sono gravi e segnano una diminuzio
ne. Vanno da 4,085 nel 1922 a 3,588 nel
1925. Qui la Sardegna ha il primato: 99
morti ogni 100 mila abitanti.
Un altro fenomeno, sul quale bisogna
richiamare l ’attenzione dei cittadini consa
pevoli, è quello della mortalità per alcoo-
lismo. Non vorrei, a questo punto, che gli
organizzatori del recente congresso an ti
proibizionista temessero alcunché dalle
mie parole.
10 non solo non credo alla astinenza as
soluta; penso, anzi, che, se ragionevoli
dosi di alcool avessero fatto molto male al
genere umano, a quest’ora l ’umanità sa
rebbe scomparsa, o quasi, perchè liquidi
fermentati si bevono fin dai tempi preisto
rici. Però non vi è dubbio che in Italia si
comincia a bere troppo egregiamente.
(Ila
rità).
11 Mortara, nelle sue « Prospettive Eco
nomiche >*, ci fa sapere che l ’Italia ha tre
milioni di ettari dedicati a vigna : un m i
lione di più di quello che non ne abbiano
la Francia e la Spagna, che sono, come
sapete, produttori mondiali di vino.
I
morti per alcoolismo non sono una c i
fra eccessiva : si va da 664 nel 1922 a 131 5
nel 1925; e i quozienti più alti sono nelle
Marche, nella Liguria, nel Veneto, nel
l’Umbria, nel Piemonte, negli Abruzzi,
nell’Emilia.
Qui si è affacciato il problema della ri
duzione degli spacci che erano moltissimi ;
187 mila osterie in Italia! Ne abbiamo
chiuse 25 mila, e procederemo energica
mente in questa direzione, anche perchè
noi lo possiamo fare. Siccome noi proba
bilmente non avremo più occasione di sol
lecitare voti dagli osti e dai loro clienti
(
Ilarità)
come accadeva durante il medio
evo democratico liberale
(Risa),
possiamo
permetterci il lusso di chiudere questi spac
ci di rovinosa felicità a buon mercato.
Anche la mortalità per pazzia è in a u
mento e in aumento è il numero dei su i
cidi.
Voi vedete da queste cifre che il qua
dro, pur senza essere tetro e tragico, me
rita una severa attenzione.
Bisogna, quindi, vigilare seriamente sul
destino della razza, bisogna curare la raz
za, a cominciare dalla maternità e dall’in
fanzia. A questo tende l’Opera nazionale
per la protezione della maternità e dell’in
fanzia, voluta da ll’onorevole Federzoni (e
non è questo uno dei suoi ultimi meriti
durante il suo passaggio al Ministero del
l’interno), Opera nazionale che oggi è di
retta con un fervore che ha dell’apostolato
dal nostro collega Blanc.
Fatta la legge, organizzata l ’opera nel
suo comitato centrale (che era troppo nu
meroso, ragione per cui venne sciolto) e
nei suoi comitati provinciali, bisogna fi
nanziare quest’opera.
Esistono nel Paese 5700 istituzioni che
si occupano della maternità e dell’infan
zia, ma non hanno
.o sufficiente. Di
qui la tassa sui celibi, alla quale forse in
un non lontano domani potrebbe fare se
guito la tassa sui matrimoni infecondi.
(A pprovazioni).
Questa tassa dà dai 40 ai 50 milioni, ma
voi credete realmente che io abbia voluto
questa tassa soltanto a questo scopo? Ho
approfittato di questa tassa per dare una
frustata demografica alla Nazione.
Questo vi può sorprendere, e qualcuno
di voi può dire : ma come? ce ne era bi
sogno?
Ce n ’è bisogno.
Qualche inintelligente dice : siamo in
troppi. Gli intelligenti rispondono: siamo
in pochi !
(A pprovazioni).
Affermo che dato, non fondamentale,
ma pregiudiziale della potenza politica e
quindi economica e morale delle nazioni,
è la loro potenza demografica.
Parliamoci chiaro: che cosa sono qua
ranta milioni di italiani di fronte a novan
ta milioni di tedeschi e a duecento milioni
di slavi? Volgiamoci ad occidente: che
cosa sono quaranta milioni d ’italiani di
fronte a quaranta milioni di francesi più i
novanta milioni di abitanti delle colonie, o
di fronte ai quarantasei milioni di inglesi
più i quattrocentocinquanta milioni che
stanno nelle colonie?
Signori, l’Italia, per contare qualche
cosa, deve affacciarsi sulla soglia della se
conda metà di questo secolo, con una po