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DISCORSO DI S. I . Iti N Ir o M U SSO LIN I
Abbiamo creato delle provincie di con
fine. Le abbiamo create adesso, perchè so
no scomparse le condizioni per cui non le
creammo quattro anni fa. Provincie di con
fine che non sono comparabili l una a ll’a l
tra : Aosta, italianissima, fierissima di p a
triottismo. Aosta non ha niente a che fare
con Bolzano o Bolgiano, e lo vedremo tra
poco. Di tutte le provincie, delle quali non
tesserò l ’elogio per non mortificare la mo
destia dei deputati che le rappresentano
qui, una particolarmente mi interessa
quella di Bolzano. E ’ tempo di dire che
Bolzano per molti secoli si è chiamata Bol-
giano ; è tempo di dire che Bolgiano è stata
sempre una città di lingua italiana; l ’inte
descamento di Bolzano è dell’ultima metà
del secolo scorso e precisamente dopo che
l’Austria, perduta Venezia, volle intede
scare ferocemente l’Alto Adige e il T ren
tino, per avere un cuneo sicuro da pian
tare fra due regioni italiane.
(Applausi).
Tutto ciò non ha niente a che vedere col
confine del Brennero. Anche se, per avven
tura, ci fossero nell’Alto Adige centinaia
di migliaia di tedeschi puri al cento per
cento, il confine del Brennero è sacro e in
violabile.
(Vivissimi
e
prolungati applausi
—
I deputati si alzano in piedi
—
A l i ap
plauso si associano tutte le tribune).
E lo
difenderemmo, se fosse necessario, anche
con la guerra, anche domani.
(Approva
zioni).
Lassù non c’è che una minoranza di ita
liani, che parlano un dialetto tedesco co
me lingua d ’uso, e la parlano solo da mez
zo secolo. Del resto il problema delle mino
ranze allogene è irrisolvibile. Lo si capo
volge, ma non lo si risolve.
lo
devo all’onorevole Barduzzi, nostro
Console a Marsiglia, delie scoperte interes
santi fatte nell’archivio della Camera di
commercio di Bolgiano. Da questo archi
vio, che era tenuto gelosamente segreto, ri
sulta che tutti gli atti del Magistrato mer
cantile di Bolgiano, che è stato per alcuni
secoli l ’autorità più importante di quel pae
se, erano scritti in lingua italiana. 1 privi
legi, le confirmazioni, decine e decine di
codici interessantissimi sono in lingua ita
liana. In lingua italiana erano redatti atti
di commercio, registrazioni contabili, peti
zioni giuridiche, ricorsi al Magistrato mer
cantile, bollettini commerciali, elencazioni
nominative di commercianti e persino sup
pliche alla Maestà dell lmperatore.
Documentiamo. Ecco la supplica alla
Maestà dell’imperatore. Udite in quale lin
gua fu scritta :
«
Monarca, iinalterabile mèta dell'ar
dentissimo nostro voto è di collocare la sta
tua d e ll immortale nostro Monarca in que
sto palazzo mercantile. L 'A qu ila imperia
le, segno caratteristico del Dio de' Dei, sie
de ai suoi piedi.
«
Avanti del suo maestoso aspetto giace
Mercurio sulle ginocchia carico di catene e
chino al quale l'aquila scioglie i ceppi e
l ottimo nostro Giove ridona il suo caduceo.
» Sì,
clementissimo Monarca questa è la
immagine impressa dal più vivo sentimen
to di gratitudine nei nostri animi.
«
Augustissimo Monarca, mai e poi mai
si avrà a pentire la Maestà Vostra della cle
mentissima risoluzione notificataci in data
del
20
passato agosto e della Sovrana gra
zia mediante questo onore al nostro com
mercio concesso.
«i
Questa è la voce, Clementissimo Prin
cipe, dei nostri cuori penetrati del più effi
cace spirito di gratitudine, di fedeltà e di
sommissione, col quale ci prostiamo ai pie
di della Maestà
1
’ostra; fedelissimi e osse
quiosissimi consoli e consiglieri dello Stato
mercantile di Bolgiano, insieme ai contrat
tanti e fieranti ><.
Raccomando quel « Fieranti », bellissi
mo, che sa di buono, come il buon pane
campagnolo che si faceva prima dell’in
venzione dei forni elettrici.
Ebbene, questi sono documenti di singo
lare valore storico. Ne risulta che mal si
apponevano coloro i quali pensavano che
la posizione della provincia di Bolgiano co
stituisse un regalo o una concessione a ll’e
lemento tedesco, specialmente a quello più
turbolento di oltre-Brennero. Niente di ciò :
s: è fatta la provincia di Bolgiano per più
rapidamente italianizzare quella regione.
(Applausi).
Nessun’altra politica può esse
re adottata. Questo non significa che si
debbano vessare gli abitanti dell’Alto Adi
ge, che noi consideriamo come cittadini
italiani che si sono ignorati e che devono
ritrovarsi, (^pproi/'azi'oni).
Non appena fu pubblicato sui giornali
l’elenco delle nuove provincie, sorsero dei
desideri. Alcune città, che si ritenevano