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d i s c o r s o
n i s .
f
.
h f n i t o
m u s s o l i n i
polazione non inferiore ai sessanta milioni
di abitanti.
(Approvazioni).
Voi direte : Come vivranno nel territo
rio? Lo stesso ragionamento molto proba
bilmente si faceva nel 1815, quando in Ita
lia vivevano soltanto sedici milioni d ’ita
liani. Forse anche allora si credeva impos
sibile che nello stesso territorio avrebbero
potuto trovare, con un livello di vita infi
nitamente superiore, alloggio e nutrimento
i quaranta milioni di italiani di oggidì.
Da cinque anni noi andiamo dicendo
che la popolazione italiana straripa. Non è
vero ! Il fiume non straripa più : sta rien
trando abbastanza rapidamente nel suo
alveo.
Tutte le nazioni e tutti gli imperi han
no sentito il morso della loro decadenza
quando hanno visto diminuire il numero
delle loro nascite.
Che cosa è la pace romana di Augusto?
La pace romana di Augusto è una facciata
brillante dietro la quale già fermentano i
segni della decadenza. E in tutto l’ultimo
secolo della seconda repubblica, d.i Giulio
Cesare che mandò i suoi legionari muniti
di tre figli nelle terre fertili del mezzogior
no, alle leggi di Augusto, agli
ordines ma-
ritandi
, l’angoscia è evidente. Fino a T ra
iano. tutta la storia di Roma, nell'ultimo
secolo della repubblica e dal primo al terzo
secolo dell’impero, è dominata da questa
angoscia : l’impero non si teneva più, per
chè doveva farsi difendere dai mercenari.
Problema : queste leggi sono efficaci?
Queste leggi sono efficaci, se sono tempe
stive. Le leggi sono come le medicine :
date ad un organismo che è ancora capace
d i qu a lch e rparion»*. a io v a n o ; date pd un
organismo vicino alla decomposizione, ne
affrettano, per le loro congestioni fatali, la
fine.
Non si può discutere se le leggi di Au
gusto abbiano avuto efficacia. Tacito dice
va di no; Bertillon. dopo venti secoli, di
ceva di sì, in un suo libro molto interes
sante dedicato allo spopolamento della
Francia.
Comunque, sta di fatto che il destino
delle nazioni è legato alla loro potenza de
mografica.
Quand’è che la Francia domina il mon
do? Quando poche famiglie di baroni nor
manni erano così numerose che bastavano
a comporre un esercito. Quando durante il
periodo brillante della monarchia la Fran
cia aveva questa orgogliosa divisa :
égale
ù
plusieurs:
e quando accanto ai 40 o 45
milioni di francesi non c erano che pochi
milioni di tedeschi, pochi milioni d ’italiani,
pochi milioni di spagnuoli.
Se vogliamo intendere qualche cosa di
quello che è successo negli ultimi cinquan
ta n n i di storia europea, dobbiamo pensare
che la Francia, dal ’70 ad oggi, è aum en
tata di due milioni di abitanti, la Germania
di 24, l ’Italia di 16.
Andiamo ancora nel profondo di questo
problema che mi interessa. Qualcuno ri
tiene (altro luogo comune che oggi si de
molisce) che la Francia sia la nazione a più
basso livello demografico che vi sia in Eu
ropa. Non è vero. La Francia si è stabiliz
zata sul 18 per mille di natalità da circa
quindici anni.
Non solo, ma in certi dipartimenti fran
cesi vi è un risveglio della natalità. La Na
zione che tiene il primato in questa triste
faccenda è la Svezia, che è al
1
7 per mille,
mentre la Danimarca è al 2 1, la Norvegia
al
19
e la Germania è in piena decadenza
demografica : dal 35 per mille è discesa al
20; mancano due punti e sarà al livello
della Francia. Anche l ’Inghilterra non è in
condizioni brillanti. Nel
1926
il suo livello
di natalità è stato il più basso di Europa :
16,7
per mille. Delle nazioni europee quel
la che tiene la palma è la Bulgaria col 40
per mille; poi vengono altre nazioni con li
velli diversi ; e finalmente vale la pena di
occuparsi dell'Italia.
II quinquennio di massima natalità fu tra
il
1881
e
il
1885
rnn
S
8
nati
vivi
SU
mille ;
il massimo fu nel 1876 con 39. Da allora
siamo andati discendendo, cioè dal 37 o 35
per mille, siamo discesi oggi al 27. E ’ vero
che di altrettanto sono diminuite le morti ;
ma l ’ideale sarebbe : massimo di natalità,
minimo di mortalità. Molte regioni d ’Italia
sono già al disotto del 27 per mille. Le re
gioni che stanno al disopra sono ; la Basi
licata, ed io le tributo il mio plauso sin
cero perchè essa dimostra la sua virilità e
la sua forza. Evidentemente la Basilicata
non è ancora sufficientemente infettata da
tutte le correnti perniciose della civiltà con
temporanea.
(Commenti).
Vengono poi la
Puglia, le Calabrie, la Campania, gli A