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7 4

d i s c o r s o

n i s .

f

.

h f n i t o

m u s s o l i n i

polazione non inferiore ai sessanta milioni

di abitanti.

(Approvazioni).

Voi direte : Come vivranno nel territo­

rio? Lo stesso ragionamento molto proba­

bilmente si faceva nel 1815, quando in Ita­

lia vivevano soltanto sedici milioni d ’ita­

liani. Forse anche allora si credeva impos­

sibile che nello stesso territorio avrebbero

potuto trovare, con un livello di vita infi­

nitamente superiore, alloggio e nutrimento

i quaranta milioni di italiani di oggidì.

Da cinque anni noi andiamo dicendo

che la popolazione italiana straripa. Non è

vero ! Il fiume non straripa più : sta rien­

trando abbastanza rapidamente nel suo

alveo.

Tutte le nazioni e tutti gli imperi han­

no sentito il morso della loro decadenza

quando hanno visto diminuire il numero

delle loro nascite.

Che cosa è la pace romana di Augusto?

La pace romana di Augusto è una facciata

brillante dietro la quale già fermentano i

segni della decadenza. E in tutto l’ultimo

secolo della seconda repubblica, d.i Giulio

Cesare che mandò i suoi legionari muniti

di tre figli nelle terre fertili del mezzogior­

no, alle leggi di Augusto, agli

ordines ma-

ritandi

, l’angoscia è evidente. Fino a T ra­

iano. tutta la storia di Roma, nell'ultimo

secolo della repubblica e dal primo al terzo

secolo dell’impero, è dominata da questa

angoscia : l’impero non si teneva più, per­

chè doveva farsi difendere dai mercenari.

Problema : queste leggi sono efficaci?

Queste leggi sono efficaci, se sono tempe­

stive. Le leggi sono come le medicine :

date ad un organismo che è ancora capace

d i qu a lch e rparion»*. a io v a n o ; date pd un

organismo vicino alla decomposizione, ne

affrettano, per le loro congestioni fatali, la

fine.

Non si può discutere se le leggi di Au­

gusto abbiano avuto efficacia. Tacito dice

va di no; Bertillon. dopo venti secoli, di­

ceva di sì, in un suo libro molto interes­

sante dedicato allo spopolamento della

Francia.

Comunque, sta di fatto che il destino

delle nazioni è legato alla loro potenza de ­

mografica.

Quand’è che la Francia domina il mon­

do? Quando poche famiglie di baroni nor­

manni erano così numerose che bastavano

a comporre un esercito. Quando durante il

periodo brillante della monarchia la Fran­

cia aveva questa orgogliosa divisa :

égale

ù

plusieurs:

e quando accanto ai 40 o 45

milioni di francesi non c erano che pochi

milioni di tedeschi, pochi milioni d ’italiani,

pochi milioni di spagnuoli.

Se vogliamo intendere qualche cosa di

quello che è successo negli ultimi cinquan­

ta n n i di storia europea, dobbiamo pensare

che la Francia, dal ’70 ad oggi, è aum en­

tata di due milioni di abitanti, la Germania

di 24, l ’Italia di 16.

Andiamo ancora nel profondo di questo

problema che mi interessa. Qualcuno ri­

tiene (altro luogo comune che oggi si de­

molisce) che la Francia sia la nazione a più

basso livello demografico che vi sia in Eu­

ropa. Non è vero. La Francia si è stabiliz­

zata sul 18 per mille di natalità da circa

quindici anni.

Non solo, ma in certi dipartimenti fran­

cesi vi è un risveglio della natalità. La Na­

zione che tiene il primato in questa triste

faccenda è la Svezia, che è al

1

7 per mille,

mentre la Danimarca è al 2 1, la Norvegia

al

19

e la Germania è in piena decadenza

demografica : dal 35 per mille è discesa al

20; mancano due punti e sarà al livello

della Francia. Anche l ’Inghilterra non è in

condizioni brillanti. Nel

1926

il suo livello

di natalità è stato il più basso di Europa :

16,7

per mille. Delle nazioni europee quel­

la che tiene la palma è la Bulgaria col 40

per mille; poi vengono altre nazioni con li­

velli diversi ; e finalmente vale la pena di

occuparsi dell'Italia.

II quinquennio di massima natalità fu tra

il

1881

e

il

1885

rnn

S

8

nati

vivi

SU

mille ;

il massimo fu nel 1876 con 39. Da allora

siamo andati discendendo, cioè dal 37 o 35

per mille, siamo discesi oggi al 27. E ’ vero

che di altrettanto sono diminuite le morti ;

ma l ’ideale sarebbe : massimo di natalità,

minimo di mortalità. Molte regioni d ’Italia

sono già al disotto del 27 per mille. Le re ­

gioni che stanno al disopra sono ; la Basi­

licata, ed io le tributo il mio plauso sin ­

cero perchè essa dimostra la sua virilità e

la sua forza. Evidentemente la Basilicata

non è ancora sufficientemente infettata da

tutte le correnti perniciose della civiltà con­

temporanea.

(Commenti).

Vengono poi la

Puglia, le Calabrie, la Campania, gli A