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Nozze Orsini-Rignon

Nel pomerìggio del 26 ottobre è stata ce­

lebrata, con austera sfarzosità, in Municipio la

cerimonia civile dello sposalizio tra il prìncipe

Lelio Nicolò Orsini, cadetto nel Corpo della

Guardia Nobile pontificia, appartenente a fa­

miglia di antica stirpe romana, e la nobile si­

gnorina Luisa Rignon, figlia del conte generale

Edoardo Rignon, della più alta nobiltà pie­

montese.

Lo scalone principale e la sala "verde1 del

Municipio erano state per l'occasione adomate

con piante e fiorì.

Gli sposi, accompagnati da uno stuolo di elette

personalità dell’aristocrazia romana e piemontese,

furono ricevuti dal Podestà, conte Luigi di

Sambuy, zio della sposa, il quale rogò Patto

civile. Fungevano da testimoni il conte on..

Augusto Gazzelli di Rossana ed il conte Re­

nato Galleani d’Agliano e di Caravonica.

Oltre a quelle degli sposi, del Podestà e dei

testimoni, l'atto porta le firme del conte Vittorio

Rignon, del conte Carlo di Robilant, del prin­

cipe Enrico Barberini di Palestrina.

Compiutasi la cerimonia ufficiale, il Podestà

presenta alla nipote un ricco mazzo di orchidee

e rivolge agli sposi le seguenti affettuose parole

di augurio.

«Questa che abbiamo teste compiuta, cerimonia

di grande importanza certo nella vita civile, è ciò

che vien definito normalmente un avvenimento mon­

dano che, è abitudine di così chiamare quelle fun­

zioni che interessano persone cospicue, come è il

caso nel matrimonio che unisce in una nuova fa­

miglia doe persone come voi siete, carissimi spoti.

«M a spesso purtroppo l’avvenimento mondano

propriamente detto, sotto una apparenza d'eleganza

raffinata, di brillanti non sempre di buon gusto, di

profumi un po’ troppo inebrianti, rallegrati dalla

vista dei fiorì più ricchi e dai suoni più delicati e

melodiosi nasconde moka povertà morale che è ger­

me di domani più tristi. Oggi, con gioia possiamo

constatare che l’avvenimento mondano, con appa­

renze per quanto leggiadre, nasconde in voi, cari

nipoti, tutte le qualità di mente e di cuore che sono

arra sicura della vostra felicità avvenire.

«E ciò è tanto vero che la vostra gioia di questi

giorni è gioconda emozione per i vostri genitori e per

tutti quelli che vi circondano e vogliono il vostro bene.

«Non mi dilungherò sulle vostre famiglie e sulle

loro benemerenze, ma voglio ricordare in questa

sede municipale il conte Felice Rignon che per

lunghi anni dette alla nostra Torino il suo contri­

buto di sapere e come consigliere e come sindaco.

«Accetta questi pochi fiori, cara Luisa, che sfio­

riranno in pochi giorni, ma mi auguro ti portino

col loro profumo di oggi i miei auguri più affet­

tuosi e col ricordo nel tempo un dolce pensiero

alla funzione odierna».

Le ispirate e buone parole del Podestà com­

muovono gli sposi che ringraziano.

La cerimonia civile è terminata. Gli sposi ri­

cevono vive attestazioni di affetto e di auguri

dai presenti.

Nella Chiesa dell’ immacolata si è svolta, gran­

diosa e solenne la mattina seguente la cerimonia

religiosa delle nozze.

Per la fastosa occasione la chiesa era stata

riccamente decorata.

Gli sposi fecero ingresso nel Tempio alle

ore IO precise, e presero posto all’Altare: li

accompagnava un elegante stuolo di cospicue

personalità: il Podestà di Torino, ammiraglio

di Sambuy, il colonnello Di Robilant, Segretario

Provinciale della Federazione Fascista, il conte

generale Rignon, padre della sposa, l’ammiraglio

Slaghek, l’on. Gazzelli di Rossana, il principe

Barberini di Palestrina, il prìncipe PignatelK,

il marchese di Boyl, il conte di Caravonica, il

conte Perrooe di S. Martino, il marchese Colli,

il conte Girìodi, il gen. Sasso, il capitano San-