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NUOV I O R IZ ZON T I D E L IA SCUOLA FASCISTA
chi8simi ne parlano nel loro diario. Bene
invece, in poche parole, il ragazzo Valen
tino Costantini esprime la propria gagliarda
impressione : « Di fronte a quella immen
sità d'acqua il mio cuore sembrava volesse
rifiutarsi di pulsare, tanta fu l'emozione
che provai, vedendo per la prima volta il
mare ».
Così lo smagliante incanto della Riviera
— nel trionfo della magnifica giornata pri-
viaggio intero, fu irreprensibile; la vivacità
e la esuberanza giovanile, la esplodente
gioia e la letizia, erano come contenute da
una sorta di educata compostezza, indice
ad un tempo dell’austero carattere piemon
tese e della nostra latina civiltà. Questo
contegno dei nostri fanciulli, che non sfug
gì a nessuna delle popolazioni fra cui essi
sostarono, fu per noi educatevi ragione di
vivo compiacimento.
‘ 'S ta c c a
Ji
u n a
galleria ferroviaria ili Lifuria"
maverile — con un mare stupendo e gli
Appennini meravigliosi, suscitò un entu
siasmo che toccava l’ebbrezza; erano ani
me italiane che si innamoravano dell’Ita
lia. « Eravamo tanto interessati dal pano
rama — dice il ragazzo Giglio Panza —
che non ci staccavamo un minuto dal fine
strino. Ad ogni novità che si presentava,
era un grido di tutti e un disperarsi di
quelli che non potevano vedere...». Come
è pittorico quel
disperarsi l
Ma occorre qui
dire che il contegno dei fanciulli, durante il
On. «I B»
mo
Nonno tl CIUM VI.
Crescevano l’ansia, il desiderio e la
gioia, via via che il treno si andava avvici
nando a Roma, la grande mèta; nessuno
sentiva la stanchezza, ogni spirito « a desto
e vivace! Tutti i ragazzi parlano nel loro
diario delle accoglienze alla stazione Ter
mini dei Balilla romani; ma una, Giusep
pina Bossotto, ferma l'attimo in cui dal
tram ebbe la prima visione dell*Altare del
la Patria: « ...Balzammo in piedi, rima
nendo sull’attenti e col braccio teso nel sa
luto romano, finché le vetture si rimiselo in