

NUOV I OR IZZON T I DELLA SCUOLA FASCISTA
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amare nelle nostre Scuole, nella Roma che
tante volte abbiamo desiderato di poter ve
dere. Dopo la visita a San Pietro e al Som
mo Pontefice, dopo l ’atto di omaggio alla
Tomba del Milite Ignoto siamo per essere
ricevute da S. E. il Primo Ministro ».
La bambina non lo dice, ma, come tutti
i
suoi compagni che passano a testa alta e
(ieri per il Corso Umberto, si sente avvolta
dalla ammirazione manifesta del popolo di
Roma : i cittadini cedono il passo ai piccoli
militi e li guardano con sorridente compia
cenza.
Di Mussolini, molti s ’indugiano a par
lare con fervido entusiasmo; più rapidi e
concisi i ragazzi, più tenere e con maggiori
particolari, come sempre, le fanciulle; ed
una delle osservazioni più frequenti è la
sorpresa prodotta dal fare paterno ed affet
tuoso del Duce, che molti si aspettavano di
vedere severo e quasi inaccessibile. Molti
sono colpiti dal suo sguardo di dominatore.
Ma lasciamo che parlino i ragazzi.
Gastone Campese, con romana brevità,
così si esprime : « Egli ci attendeva nella
sala della Vittoria e ci ha subito dimostrato
grande simpatia e affabilità cordialissima».
La pensosa Laura Fiorio ha questa pa
gina alta e bella :
« Siamo in attesa di essere ricevute da
Mussolini. Perchè dico Mussolini, senz’al
tro? Forse per lo stesso motivo che m’in
duce a dire semplicemente Dante. Ho letto
sui giornali che fummo ricevuti subito, ma
i pochi attimi di attesa mi parvero eterni.
L’attesa non passò in raccoglimento come
al Vaticano. Eravamo ansiose di un’ansia
rumorosa. Quando entrammo alla presenza
del Duce lo guardai con sorpresa trovan
dolo ben diverso da quello delle fotografie.
Lo immaginavo più alto e così imponente
da far stare in soggezione. Invece è sempli
cemente un uomo serio che, sebbene non
rida, è assai paterno. G disse tante cose.
Ricordò che dobbiamo estere riconoscenti
alle Camicie Nere: a loro dobbiamo ia
salvezza di Roma e dell’Italia. La Sua vo
ce è imperativa e persuasiva, il Suo sguar
do trascina. Qualunque cosa mi avesse
chiesto mi pare che avrei risposto « pre
sente ». La voce del Papa mi è rimasta nel
cuore, quella di Mussolini nella testa, se è
possibile separare la testa dal cuore ».
Pierina Bertero, anima affettuosa, coglie
la nota della tenerezza :
« E’ il Primo Ministro, che non solo si
degna di ricevere noi piccoli scolari, ma ci
accarezza, ci interroga, risponde alle no
stre domande proprio come fa il mio bab
bo. Credevo di tremare dinanzi a Colui che
seppe far diventare buoni e laboriosi tutti
gli italiani; confondermi sotto lo sguardo
così potente che tutti ha
a dominare;
invece ho dovuto fare uno sforzo di volontà
per non gettargli le braccia al collo e ba
ciarlo, come faccio con il babbo mio; è
proprio anche Lui un vero papà ! ».
Il gentile quadro non è completato da
queste parole di Ernesta Magnetto?
« ...quando gli fummo tutti attorno, ebbi
l'impressione che se avessimo fatto un giro
tondo, vi avrebbe preso parte anche Lui.
Ma volgendo attorno lo sguardo, quale con
trasto dalla mia impressione con l’auste
rità del Suo studio ! ».
Clotilde Traversa è colpita specialmente
dall’occhio del Duce : « Egli ha lo sguardo
scrutatore e sembra che voglia penetrare
nell’anima di chi gli sta dinanzi ». Veris
simo!
Una descrizione quasi completa ci dà
Giovanna Lorenzale :
« Nessuna delle fotografie che ho visto
nelle scuole, nelle case, nelle vetrine della
mia città, riproduce l’amabile sorriso del
nostro Duce. Avendomi spesse volte la mia
insegnante parlato della sua forza, della
sua meravigliosa resistenza al lavoro, io
immaginavo di vedere una figura austera,
un volto serio e di udire una voce grave.
Appaia vedemmo il suo viso paterna
mente benigno e sorridente, noi