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NUOV I OR IZZON T I DELLA SCUOLA FASCISTA

(( io ho avuto l’impressione di vederlo ri­

sorgere e dirmi : Benedetti siano quei colo­

ri che tu, Piccola Italiana, porti sul petto ».

Squisitamente femminile è un pensiero

di Rosina Mana su Maria Mazzini e il suo

grande Figlio : « Io ho compreso... la gioia

che provano quella mamma e quel figlio a

Du. di 0 ovanra Oc bosco

riposare insieme in quel bel Cimitero; es­

si che hanno amato tanto i fiori e le cose

gentili ».

11 pensiero dell’amore di Mazzini e della

sua mamma la accompagna nel resto del

viaggio, le fa sentire più forte e più tenero

l’amore per la

sua

mamma che l’aspetta

alla stazione e l’accoglie con pianto di

gioia.

Con le pagine bellissime di questa Ro­

sina Mana che ha portato all Altare della

Patria e a Staglieno le medaglie di guerra

del suo Papà morto per l ’Italia; la fanciul­

la che meglio di qualsiasi altra Guardia di

Onore ha saputo esprimere i sentimenti

dell’animo, è consolante chiudere questo

amoroso studio dei nostri ragazzi nell’indi­

menticabile viaggio patriottico votivo alla

Gran Madre ^ Roma.

Note quotidiane di Rosina Mina della

GasseVI dellaScuolaVittorino da Feltre.

R

oma

, 1° maggio • ore 22. Siamo a Roma,

a S. Marta. Non mi par vero.

Arrivando ho visto nell’oscurità la facciata

di S. Pietro e le belle fontane e il portico della

piazza.

Sono a Roma! Mi pare un sogno il viaggio di

oggi : la mamma

è

lontana; ieri sera preparan­

domi in una busta le medaglie del povero bab­

bo e dello zio, di cui mi ornerò, non ha par­

lato, ma i suoi occhi erano gonfi di pianto.

Stamattina la

Sig.na

Piumatti, che le ha prese

in consegna, mi ha detto : Tu non fai, ricordati,

una gita di piacere, ma compi un atto di reli­

gione verso il tuo povero papà.

Veramente nella gioia del viaggio io l’ho un

po’ dimenticato, ma adesso ritorno al mio pen­

siero. Suonano le ore all'orologio di S. Pietro;

dice la Signorina : Che suono solenne! Sono n

Roma e mi preparo a vederne le meraviglie.

Anche il viaggio fu bellissimo. Piemonte, Li­

guria, Toscana e Lazio sono passati davanti a

noi; mare, montagne, pinete e maremma; ma

la maremma non è incolta, è tutta lavorata e

verde.

Lunedì, 2 maggio. Che giornata! S. Pietro è

una meraviglia! E la visita al Papa! Che com­

mozione!

Ma io ho dimenticato tutto. Salendo dice­

vo : « Che ricordi gli scaloni di marmo, le guar­

die Svizzere che sembrano statue, i camerieri

yestiti di rosso ». Invece ricordo appena la

persona tutta bianca del Papa che si è ferma­

to davanti a me perchè gli baciassi la mano; è

come se il Signore avesse fatto questo. E quan­

do ha detto che benediva noi e i nostri cari che

avevamo in mente, ho messo in fila nel pensie­

ro la mia famiglia, la maestra e le compagne.

Quando l'ispettore Pachner ci ha fatto canta­

re, ho sentito in gola una cosa strana e devo a-

ver messo una voce stonata.

Nel suo discorso il Papa ha detto che il primo

viaggio a Roma è un grande avvenimento.

E appena dopo il Papa, ci recammo dal Mi­

lite Ignoto; io avevo le medaglie del babbo e

molte altre bambine ne avevano e anche alcune

maestre. Abbiamo pregato e abbiamo salutato

in ginocchio la tomba del Soldato che rappre­

senta tutti i Morti della guerra, quindi anche il

mio papà. Non ho osato chiederlo nè dirlo, ma

avrei voluto poter montare anch’io la guardia

alla tomba, come il piccolo gruppo che si è fer­

mato. Io pensavo : Se ci fosse qui la mamma

quanto piangere farebbe!

E dopo questo, la visita al Duce : io credevo

di vedere un personaggio che intimorisse, in­

vece egli ha parlato con noi come un uomo