

NUOVI OR IZZON T I
DEI.LASCUO I A FASCISTA
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scuola. Vedendo quegli antichi conventi,
quelle antiche chiese che furono quasi tut
te luogo di preghiera di S. Francesco e di
S. Chiara, mi pareva di vedere ancora tut
te le diapositive della mia scuola ».
La più forte impressione, su quasi tutti,
fu operata dalla Chiesa e dal Convento di
San Damiano. Alcuni, fra i più sensitivi,
non esitarono a dichiarare che preferivano
lo squallore di San Damiano alle magnifi
cenze della Basilica di San Pietro. La bam
bina Giuseppina Actis Grosso, il cui turba
mento e il cui rapimento furono singolaris
simi, dice : « Non so esprimere con parole
la commozione che provai in quella chie
sa ». E più oltre : « ...il frate ci mostrò il
pavimento sotto il quale stanno sepolte le
prime Clarisse e disse che mandavano un
soave odore di rose e io l'odore di rose lo
sentivo davvero. Ci siamo inginocchiati
davanti a una piccola croce che segna il
posto dove morì Santa Chiara ; abbiamo
veduto il giardinetto della Santa ove San
Francesco, malato e quasi morente, com
pose il Cantico del sole. Oh, come tutto è
commovente a San Damiano! Non lo di
menticherò mai più ! »
E Brunilde Fancelli ha impresse queste
parole del frate che guidava : « A un’ani
ma grande bastano cose semplici e piccole ;
invece un’anima piccola ha bisogno di pa
lazzi e cose gigantesche ». Anche la tomba
nuda del Santo commosse profondamente
i fanciulli ; come sempre, la semplicità e la
grandezza parlavano diritte ai cuori inno
centi.
Un’anima delicatissima, quella di Ani
ta Rostan, sentì pure con intensità viva la
dolcezza e l ’incanto del paesaggio umbro,
la voce degli ulivi, dei declivi fioriti, la
poesia diffusa per tutti i luoghi francescani.
Nel viaggio tra Assisi e Firenze, Nella
Sani ci dà il senso della gioia di tutti lungo
le rive del lago di Perugia :
« ...Abbiamo visto un gran lago, era il
Trasimeno. Che bellezza! Il sole manda
va i suoi raggi sull’acqua e il vento la fa
ceva tremolare che pareva davvero tutto
argento; si vedeva in mezzo la sua bella
isola, di tanto in tanto degli idroplani che
volavano sull’acqua ; era meraviglioso ».
Sì, meraviglioso veramente, ovunque,
il benedetto suolo della nostra Italia, e i
fanciulli se ne inebriavano rapiti, sentendo
come non mai la gioia e l’orgoglio di es
sere e di sentirsi Italiani !
Troppo fuggitivo, ahimè! il passaggio
a Firenze, per poter lasciare traccia profon
da; la rapida corsa in Santa Croce, nella
sera già tarda, non potè dare ai ragazzi le
grandi sensazioni di una visita pacata e
attenta. La fretta è nemica della commo
zione !
Un luogo dove, al contrario, la
commo
zione delle Guardie d’Onore di Torino si
manifestò visibile e profonda, fu Staglieno,
alla Tomba di Giuseppe Mazzini. Nel si
lenzio religioso, col volto che si rigava di
lacrime, gli astanti ascoltarono l ’ardente
parola di chi commemorava l’Apostolo;
poi, a uno a uno, in raccoglimento austero
e commosso, sfilarono nel saluto romano
dinanzi alla lom ba sacra. I fanciulli, con
la testa reclinata, giunte inconsapevolmen
te le mani, sentivano che si compieva un ri
to; dopo l ’omaggio al Milite Ignoto che
rappresenta il sacrifìcio del Popolo d’Italia
d ’oggi, era santo e doveroso l ’omaggio a
Colui che
col cuor di Gracco e il pensier
di Dante
sacrificò la vita intera, in olocau
sto sublime, all’ideale dell’Italia libera e
una.
Pur difficile a esprimersi l'altezza del
sentimento provato alla Tomba di Mazzi
ni, esso è tuttavia accennato nei diarii di
parecchi fanciulli; Giuseppina Actis, l’ap
passionata di San Damiano d ’Assisi, dice
con umile semplicità : « Mi vennero le la
crime agli occhi, vedendo la pianta dove
Giuseppe Mazzini sedeva per confortarsi
vicino alla Tomba di sua Madre ». E Tere
sa Gay : « Davanti alla Tomba di Mazzini