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NUOVI OR IZZON T I

DEI.LA

SCUO I A FASCISTA

2 9 9

scuola. Vedendo quegli antichi conventi,

quelle antiche chiese che furono quasi tut­

te luogo di preghiera di S. Francesco e di

S. Chiara, mi pareva di vedere ancora tut­

te le diapositive della mia scuola ».

La più forte impressione, su quasi tutti,

fu operata dalla Chiesa e dal Convento di

San Damiano. Alcuni, fra i più sensitivi,

non esitarono a dichiarare che preferivano

lo squallore di San Damiano alle magnifi­

cenze della Basilica di San Pietro. La bam­

bina Giuseppina Actis Grosso, il cui turba­

mento e il cui rapimento furono singolaris­

simi, dice : « Non so esprimere con parole

la commozione che provai in quella chie­

sa ». E più oltre : « ...il frate ci mostrò il

pavimento sotto il quale stanno sepolte le

prime Clarisse e disse che mandavano un

soave odore di rose e io l'odore di rose lo

sentivo davvero. Ci siamo inginocchiati

davanti a una piccola croce che segna il

posto dove morì Santa Chiara ; abbiamo

veduto il giardinetto della Santa ove San

Francesco, malato e quasi morente, com­

pose il Cantico del sole. Oh, come tutto è

commovente a San Damiano! Non lo di­

menticherò mai più ! »

E Brunilde Fancelli ha impresse queste

parole del frate che guidava : « A un’ani­

ma grande bastano cose semplici e piccole ;

invece un’anima piccola ha bisogno di pa­

lazzi e cose gigantesche ». Anche la tomba

nuda del Santo commosse profondamente

i fanciulli ; come sempre, la semplicità e la

grandezza parlavano diritte ai cuori inno­

centi.

Un’anima delicatissima, quella di Ani­

ta Rostan, sentì pure con intensità viva la

dolcezza e l ’incanto del paesaggio umbro,

la voce degli ulivi, dei declivi fioriti, la

poesia diffusa per tutti i luoghi francescani.

Nel viaggio tra Assisi e Firenze, Nella

Sani ci dà il senso della gioia di tutti lungo

le rive del lago di Perugia :

« ...Abbiamo visto un gran lago, era il

Trasimeno. Che bellezza! Il sole manda­

va i suoi raggi sull’acqua e il vento la fa­

ceva tremolare che pareva davvero tutto

argento; si vedeva in mezzo la sua bella

isola, di tanto in tanto degli idroplani che

volavano sull’acqua ; era meraviglioso ».

Sì, meraviglioso veramente, ovunque,

il benedetto suolo della nostra Italia, e i

fanciulli se ne inebriavano rapiti, sentendo

come non mai la gioia e l’orgoglio di es­

sere e di sentirsi Italiani !

Troppo fuggitivo, ahimè! il passaggio

a Firenze, per poter lasciare traccia profon­

da; la rapida corsa in Santa Croce, nella

sera già tarda, non potè dare ai ragazzi le

grandi sensazioni di una visita pacata e

attenta. La fretta è nemica della commo­

zione !

Un luogo dove, al contrario, la

commo­

zione delle Guardie d’Onore di Torino si

manifestò visibile e profonda, fu Staglieno,

alla Tomba di Giuseppe Mazzini. Nel si­

lenzio religioso, col volto che si rigava di

lacrime, gli astanti ascoltarono l ’ardente

parola di chi commemorava l’Apostolo;

poi, a uno a uno, in raccoglimento austero

e commosso, sfilarono nel saluto romano

dinanzi alla lom ba sacra. I fanciulli, con

la testa reclinata, giunte inconsapevolmen­

te le mani, sentivano che si compieva un ri­

to; dopo l ’omaggio al Milite Ignoto che

rappresenta il sacrifìcio del Popolo d’Italia

d ’oggi, era santo e doveroso l ’omaggio a

Colui che

col cuor di Gracco e il pensier

di Dante

sacrificò la vita intera, in olocau­

sto sublime, all’ideale dell’Italia libera e

una.

Pur difficile a esprimersi l'altezza del

sentimento provato alla Tomba di Mazzi­

ni, esso è tuttavia accennato nei diarii di

parecchi fanciulli; Giuseppina Actis, l’ap­

passionata di San Damiano d ’Assisi, dice

con umile semplicità : « Mi vennero le la ­

crime agli occhi, vedendo la pianta dove

Giuseppe Mazzini sedeva per confortarsi

vicino alla Tomba di sua Madre ». E Tere­

sa Gay : « Davanti alla Tomba di Mazzini