Table of Contents Table of Contents
Previous Page  648 / 854 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 648 / 854 Next Page
Page Background

NUOVI OR IZZON T I DELLA SCUOLA rASCISTA

301

qualsiasi, ha voluto persino sapere se avevamo

pranzato durante il viaggio e se a S. Marta ci

trattano bene.

Ma ha anche detto molte cose nel suo discor­

so : Siate nella vita i primi come siete ora nella

Scuola. E poi — Roma sarà di nuovo la capita­

le del mondo.

Scendendo lo scalone una mia compagna,

Baiina, diceva alla Signorina : A me pareva

che in quel momento l'Onorevole Mussolini do­

vesse diventare così grande, da non stare più

nella sala. E io ho detto che quel pensiero era

proprio vero.

La prima giornata è passata.

Domattina voglio cercare di sentire di nuovo

l'Ave Maria dalle campane di S. Pietro, che

suonano tanto bene!

Martedì, ì maggio. Visitato S. Giovanni in

Laterano, S. Maria Maggiore, mi sarebbe pia­

ciuto fare la Scala Santa, ma non abbiamo po­

tuto.

Quante cose sa il Professore Cecconi!

10 cerco di ricordarle e trascriverle poi a

casa.

Ieri in S. Pietro, avrà nominato venti volte il

Bernini. Credo che non dimenticherò mai più

questo nome. Quando dirò S. Pietro penserò:

Michelangelo e Bemini.

S. Maria Maggiore mi piace di più che San

Giovanni per il soffitto che è bianco e dorato;

ma a S. Giovanni c’è la tavola dell'Ultima Ce­

na. Ho imparato che le basiliche papali sono

quattro e hanno l’altare papale, dove può dire

la Messa solo il Papa o un Cardinale mandato

da Lui.

11 Mosè*è in S. Pietro in Vincoli : è enorme,

ha i muscoli che sembrano veri e gli occhi che

sembrano guardare.

Ma al Colosseo! Che grandezza!

Hanno detto che conteneva sessantamila per­

sone.

Il teologo Boria ha ricordato i martiri cri­

stiani che sono morti là, e ha detto che il Go­

verno ha fatto innalzare la Croce nell’Arena.

Finito di parlare, l’ispettore ha bar:-la la

terra che fu bagnata dal sangue dei Martin.

I

Martiri che ci hanno veduto hanno avuto

certo piacere di sentirci cantare <Cristo vin­

ce ». Mentre uscivamo mi sono voltata indietro

tante volte per vedere ancora il Colosseo e non

lo dimenticherò mai.

Due povere bimbe sono malate e non vedo­

no nulla. Come ci fanno penai

Oggi siamo andate al Pantheon : è una chiesa

rotonda, antica, illuminata da un foro circola­

re del soffitto.

Come è strano pensare che questo fu un tem­

pio dove si adorarono gli dei! Ora si celebra la

Messa.

La tomba di Re Vittorio è tutta nera e quella

di Re Umberto e di Margherita di Savoia tutta

bianca.

Sono belli i leoni che sostengono la targa,

ma in San Pietro ne ho visti due; uno sveglio e

l'altro addormentato, molto più belli.

Mercoledì, 4 maggio. Che bellezza S. Paolo!

Ho visto delle colonne di alabastro, degli altari

di malachite, un acquasantino dove un bimbo

mettendo la mano nell’acqua santa scaccia un

diavolo che sembra vero; e un cortile col porti­

cato tanto bello! E tutti i ritratti dei papi! Ma

io ho visto anche il Papa ' ' ’

Però la cosa più bella di oggi è stata la vi­

sita alle Catacombe.

La nostra fila lunga, tutta illuminata dalle

candeline passava fra le tombe : ma non avevo

paura. Pensavo alle cose lette in Fabiola e

cantavo pensando che Agnese, Cecilia e tante

Sante erano forse passate dove passavo io.

Ogni tanto mi voltavo indietro per vedere la

fila di candeline, che era una cosa tanto bella.

Mi rincresce che non saprò far capire alla

mamma e alle mie sorelle quello che è stato

questa visita e come è bella la statua bianca

di S. Cecilia, che pare vera.

Stasera il Governatore di Roma ci ha offerto

i dolci nel Campidoglio. G ha ricevuti in una

galleria illuminata da lampade elettriche come

quelle delle catacombe, ma queste erano ad

olio e di terra.

Come mi piacerebbe tornare alle Catacombe!

Siamo andati alla Scuola Vittorino da Feltre.

Che cosa strana, sentire il nome della mia

scuola ed essere in un’altra!

Mi sarebbe piaciuto poter andare vicino alle

bimbe.

Ma domani partiremo, mi rincresce; mi sem­

bra che non vedrò alcuna coaa bella come Ro­

ma, e allora potremmo stare qui : Vorrei che

domani mattina ci dicessero : E’ tutto cambia­

to, non si parte più. Almeno vorrei passare an­

cora in tram davanti aK’Akare della Patria e

salutare ancora una volta il Milite Ignoto.

Mi rincresce non aver visto la fontana di Tre­

vi : volevo gettarvi dentro il soldino, per esse­

re sicura di tornare a Roma; ma ho invece