

NUOVI O R IZ ZON T I DELLA S C U O IA FASCISTA
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moto e il candido Altare, dove, illuminata
da una luce perenne, sta la salma del Mi
lite Ignoto, sparì » ...
Nessuno, come è naturale, sa esprimere
la grandiosità delle impressioni provate in
San Pietro : la meraviglia domina ogni al
tro sentimento, ma la meraviglia è appunto
infallibile segno di comprensione.
Gli splendori e le magnificenze della im
mensa Basilica la cui visita occupò intera
mente la prima mattinata romana, prepa
rarono l ’animo dei ragazzi alle altre grand;
cose che li attendevano in quella memo
randa giornata del 2 maggio: la visita al
Pontefice, l’omaggio al Milite Ignoto, la
visita a S. E. Mussolini.
La visita al Papa fu cosa veramente au
gusta. 1 fanciulli apparvero soggiogati da
una maestà superiore e il raccoglimento del
loro contegno ebbe qualcosa di angelico e
di sublime. Chi li vide sfilare in lunga teo
ria, attraverso la piazza San Pietro, candidi
nel sole di Roma, le fanciulle coronate di
bianco la fronte, e sostò a rimirarli, provò il
senso di rapimento che dànno le cose ce
lesti. Nulla era più soave di quella schiera
luminosa di fanciulli che si recavano a ren
dere omaggio al Sommo Capo della Cri
stianità.
Il Papa operò sui fanciulli, e più sulle
fanciulle, una impressione profondissima,
una delle più forti, tra le forti impressioni
romane. Tutti ne parlano con accento in cui
ancora si sente la commozione, la rive
renza, l’amore. A una piccola, la mansue
tudine del Papa ricorda quella dell’Arci-
vescovo di Torino Cardinale Gamba, che
vide un giorno da vicino ; e la dolcezza è la
nota saliente che si ripete nelle memorie dei
fanciulli che rievocano la visita al Ponte
fice. Ecco un passo tolto dal diario di Bru
nilde Fancelli :
« Quale dolce impressione mi fece il
Santo Padre! Come è affabile! Tutto ve
stito di bianco, Egli è la figura di Gesù Cri
sto in persona. — Oh, quanto amore noi
tutti dobbiamo avere verso il Papa ! Perchè
non posso esprimere i miei sentimenti? Ma
mi ricorderò sempre di questa visita so
lenne ».
Teresa Romersa sente, nell’andare al
Vaticano, un « orgoglio di piccola torinese,
nel vedere fra quanta ammirazione sfilava
la nostra squadra » e pensa con « batti
cuore » che fra poco vedrà il « Vicario di
Cristo, il Capo Supremo di tutto il mondo
cristiano ». E della sala del Concistoro,
nota : « Che silenzio ! Che serena bellezza
intorno a noi ! ».
Alice Balma Riva è appassionata :
« Io ero commossa e mi ricordo che il
Papa disse che un viaggio a Roma è sem
pre stato un aweniment
rtante e ag
giunse che, come Roma è costruita sulle
catacombe, ogni cosa bella ha per fondo la
fede. Uscimmo dal Vaticano pallide di
commozione senza più pensare ai nastri del
capo che ci avevano tanto preoccupate pri
ma, ma sentendo le benedizione del Vica
rio di Gesù, liete di averlo visto così da vi
cino e di avergli baciata la mano ».
Ma la più gentile e profonda è Laura
Fiorio che si esprime con :
« Mi rivedo nella gran sala del Conci
storo dove attendiamo Sua Santità Pio XI.
Siamo tutti bianchi, mi pare che anche le
nostre anime non possano essere di altro
colore. Entra il Vicario di Cristo. Credo di
aver voluto gridare : « Evviva » come gli
altri, ma di essere rimasta senza voce. Egli
ci ha guardati accarezzandoci coi suoi oc
chi chiari, ha offerto il Suo anello al nostro
bacio riverente, commosso, filiale. G ha
parlato. La Sua voce dolce, il Suo aspetto
semplice mi ricordava il Gesù delle Para
bole. Da quel giorno mi pare di essere più
buona ».
Questo senso di bontà e di elevazione
spirituale prodotto dalla visita al Papa è co
mune a molti fanciulli : certo, già sono i
migliori, i più disposti alle cote alte e pure.
Le due visite successive all*Altere della