

Il CIMITÈRO MONUMENTALE DEI. GRAPPA
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ratissimo, serpeggia per oltre trenta chilo
metri, dalle falde alla vetta, mostrando
oggi ancora i diversi ordini di trincee e di
reticolati, i ridottini, le ^averne, gli osser
vatori, le piazzole, le stazioni delle telefe
riche. Ogni zolla, ogni pietra porta le im
pronte del fuoco che invase e pervase fin
le viscere del titanico maniero, cui indarno
nove primavere apprestarono il sorriso del
la profumata flora montana. Ma il ricordo
del cruento sforzo italico è mantenuto, me
glio che da qualunque altro segno, dalle
piccole croci che, a migliaia, disposte in
lunghe teorie, solcano il fondo dei vallon-
celli, si arrampicano su qualche solitario
dosso del Tomba, del Monfenera, dell’A-
solone, del Col della Beretta e del Pertica :
quote per sempre sacre al cuore di tutti gli
italiani, pel sangue versato, per le ossa ri
maste nell'amplesso perenne di quella ter
ra. Assommano a venticinquemila le pic
cole croci funerarie; e all’ombra di ciascu
na di esse riposano le ossa giovani di un
milite, che « finita la battaglia » non rispo
se il » presente » all’appello dei vivi.
Solo qualche quota carsica, solo qualche
lembo di mare, abbraccia in così breve spa
zio un numero di morti proporzionato a
quello del Grappa, che può essere giusta
mente paragonato a un’ara immensa gron-
• dante sangue di vittime eroiche.
Se non che le ossa che propiziarono il
cielo, che placarono Tira nemica, che sal
varono l ’Italia nostra, non hanno avuto las
sù quella pace che è concessa alla salma di
qualsiasi mortale.
1 massiccio del Grappa, completamente
staccato dalla catena delle Camiche, ele
vato ad una altezza media di 1500 metri
sul livello del mare, è singolarmente espo
sto al flagello delle intemperie, che con
l ’acqua e il gelo e il vento e il solleone di
sgregano e asportano i friabili calcari di cui
è composta la bianca pietra affiorante. Le
ossa spolpate rispuntano di sotto al leggie
ro velo di terra da cui furono coperte nel
l ’affrettato seppellimento, e possono facil
mente venir esposte a qualsivoglia profa
nazione.
Seppellire i morti è una gentile ingiun
zione della carità cristiana ; è una dolce ne
cessità per ogni cuore umano, do! e neces
sità che ha infiorato la letteratura italica di
episodi graziosi come quello di Cloridano
e Medoro. Ma il seppellire i morti è anche
un dovere verso quegli eroi che tutto han
dato alla patria e fortunatamente con il lo
ro sacrificio, l’hanno salvata.
Ecco perchè il nuovo Governo d’ Italia
ha favorito e il popolo ha secondata l ’ini
ziativa di un intelligente e solerte Comitato
centrale, di ampliare una galleria del mon
te, presso alla vetta, di irradiarne diversi
tronchi, a forma quasi di stella, per potervi
collocare le venticinquemila salme, sottrat
te al flagello delle tormente e composte
dignitosamente
pace. La Madonnina,
che s'eleva nell’azzurro di quel cielo, vigi
lerà con pio atto materno sulle urne glorio
se, come fu incitatrice prodigiosa ne’-giorni
della più eroica resistenza. Pietà e ricono
scenza, religione e patriottismo avranno
così dato pace, a chi, meglio de’ superstiti,
pace ha meritato per se e pel mondo.
P.
R
eg in a ldo
G
iu l ia n i
O. P.
Il Contributo dì Torino
e del Piemonte.
Il Comitato regionale piemontese per il
Cimitero monumentale del Grappa, nomi
nato nel marzo 1924 dal commissario pre
fettizio barone Lorenzo La Via, e confer
mato in carica dal Podestà ammiraglio di
Sambuy nel gennaio 1927, venne posto sot
to la presidenza del generale Carlo De An
tonio, e continua a svolgere la sua azione
attiva e profìcua. Di esso fanno parte i Pre
fetti e i Podestà dei capoluoghi delle Pio
vincie piemontesi e i rappresentanti di tut