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DI NOSTRADAMUS E DI UNA SUA POCO NOTA ISCRIZIONE

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bolo, porta che fu chiusa di recente, ma le dimensioni

attuali della lastra marmorea, da me rilevate in

centimetri 50 per 35 possono far ritenere che dal 1807

ad oggi essa sia stata rimossa, squadrata, e forse

collocata in luogo diverso dal primitivo. Del resto,

il tono della scritta, diretto ad ispirar timore e rive­

renza ed a sollevare nel contempo una inevitabile

curiosità, e l'ubicazione del Morozzo, sito ancor oggi

in località periferica e poco frequentata, avvalorano

la supposizione che la lapide in origine e per la sua

stessa funzione indicatrice

fosse murata all'esterno del­

l’attuale costruzione o di

altra anteriore demolita o

distrutta durante i fatti

d'armi svoltisi a quei tempi

(1556) e dopo attorno alla

città, o comunque collocata

in modo da esser facilmente

veduta e letta.

Ancora al

Cotmier de

Twin

il signor H. Camera

trasmette una lettera a lui

inviata da un tale H.

B.,

a preteso chiarimento della

precedente informazione, ed

il giornale la inserisce nel

numero del 27 gennaio 1808;

essa dice, fra l’altro (4):

«Quantunque la storia di

Provenza non

il

a Tonno del fa­

ciimeno parecchi aneddoti

che ci provano ch'egli vi

si è trattenuto per qualche

tempo, che fu ben accolto

alla Corte dei Savoia e che

passò qualche giorno alla

casa di campagna oggi Mo­

rozzo, appartenente in altri

tempi alla Principessa Vit­

toria di Savoia. Son d'av­

viso che il nome della detta

campagna (Vittoria), la po­

sizione e la distribuzione

delle terre sotto la denomi­

nazione (di regioni) del Pa­

radiso, Purgatorio ed In­

ferno, han dato occasione a

Nostradamus di comporre

l'iscrizione ».

Hocercato invano traccia

di una Principessa Vittoria

di Savoia, contemporanea

od anteriore alla data del­

l'iscrizione (1556) e degli

aneddoti a cui accenna il

signor H. B.: questi ultimi,

in ogni modo, apparten­

gono più verosimilmente alla leggenda che alla

storia perchè il fiero Duca Emanuele Filiberto,

posto in quell’anno (1556) dal Re di Spagna al

Governo dei Paesi Bassi, non si preoccupava certo

di tener corte nel povero Piemonte invaso e conteso.

La proposta spiegazione pone un piccolo ma interes­

sante problema di toponomastica locale: se «la Vit­

toria » è stata in origine la vera denominazione del­

l'attuale Morozzo, il giuoco di equivoco fra il nome

della Villa (la Vittoria) ed il suo significato astiatto,

moto medico, abbiamo non-

C asata